La Francia ha il suo nuovo Presidente, ed è Emmanuel Macron. l“enfant prodige” della finanza e non solo. Il 7 maggio ha vinto al secondo turno delle elezioni presidenziali con il 66,1% di voti contro l’avversaria del Front National Marine Le Pen, confermando la consacrazione ottenuta già il 23 aprile al primo turno superato senza difficoltà con il 24,5% dei consensi, arrivando primo tra i candidati in corsa per l’Eliseo.
Con l’ampia affermazione di Macron, anche se con tasso di astensione pari a circa il 25%, i francesi sembrano così aver fatto una scelta di campo per la Francia e per l’Europa, contro le destre e i populismi. E occorre partire da qui, da un dato ormai noto a tutti, per riflettere sugli ultimi quattro mesi che, con un’accelerazione di eventi senza precedenti, hanno riservato numerose sorprese nella campagna per l’elezione dell’inquilino del 55 Rue du Faubourg SaintHonoré ma che, soprattutto, hanno aperto scenari e gettato luci, e qualche ombra, sul futuro delle istituzioni della V Repubblica.
Dopo quindici anni, dal 2002, anno in cui si votò per la prima volta per un Presidente che avrebbe, da allora in poi, ricoperto un mandato di cinque anni, – elezione che conteneva in sè l’incognita di un’evoluzione in senso marcatamente iperpresidenziale -, questo appuntamento elettorale ha avuto e continuerà ad avere più di un significato per la V Repubblica. Numerose sono, infatti, le questioni destinate ad incidere sulle istituzioni francesi: la destrutturazione del sistema dei partiti e il ruolo delle elezioni primarie; la crisi interna del Partito Socialista e le difficoltà de Les Répubblicains dopo gli scandali che hanno travolto Fillon; la ristrutturazione del sistema politico intorno a soggetti nuovi come il Movimento En Marche! fondato un anno fa da Macron. Last but not the least le questioni relative al modo in cui come tutti questi elementi incideranno sulle prospettive della forma di governo. Ci si può ben chiedere, infatti, se le dinamiche apertesi in questi ultimi quattro mesi si risolveranno in un nuovo test per la V Repubblica, come in passato è stato per l’alternanza nel 1981, per la prima coabitazione nel 1986, in qualche modo per l’ouverture nel 1988, per la terza coabitazione durata l’intera legislatura tra il 1997 e il 2002 e infine per il quinquennato nel 2002. […]
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