Quel moto che negli anni ha portato l’Unione europea ad ampliare il proprio spettro di azione fino al punto di intercettare interessi altri e (apparentemente) molto distanti dal mercato1 sembra stia conoscendo una nuova fase, quanto meno per ciò che concerne l’ambiente. Una fase caratterizzata, per certi versi, da un recupero – mutatis mutandis – del passato e, per altri, da una assai promettente fuga in avanti. Se, infatti, c’è stato un tempo in cui l’interesse delle istituzioni europee per l’ambiente sembrava dovesse necessariamente implicare una presa di distanza dal (solo) mercato2, come se i due aspetti fossero tra loro in netta ed insanabile contrapposizione3; oggi, al contrario, si sta affermando la necessità di dare vita ad un nuovo modello economico il cui tratto caratterizzante riposa proprio nella capacità del mercato e dell’ambiente di lavorare in maniera sinergica4. In altre parole, complice in parte anche la crisi economico – finanziaria che per quasi un decennio ha interessato l’economia del nostro continente (ma non solo)5, si sta facendo strada l’idea che «una buona politica ambientale fa[ccia] bene all’economia»6 e che, anzi, «con ogni probabilità una accorta politica ambientale [sia] l’unica strada che ci consentirà di fare una buona economia»7 nel prossimo futuro.
Di qui una serie di misure recentemente varate dalle istituzioni europee, al fine di dare corso alle line programmatiche tracciate dalla Commissione nella Comunicazione Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva8, il cui minimo comune denominatore sembra essere rappresentato dalla volontà di dare concreta attuazione al principio dello sviluppo sostenibile9. Si pensi, ad esempio, alle nuove norme in materia di green public procurement contenute nelle direttive appalti del 201410; alla Comunicazione sull’eco-design11 del 2016 e a quella recante L’anello mancante – Piano d’azione dell’Unione europea […]
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SOMMARIO: I. A proposito dei recenti sviluppi della politica ambientale europea – II. Le potenzialità del trasporto ferroviario ed il suo ruolo (tradizionalmente) marginale nell’ambito della politica ambientale europea – III. In origine furono le strade ferrate – IV. I limiti della politica ferroviaria europea – V. Prospettive ed auspici per il futuro.