Enrico Campelli, Recensione a G. Bronzini, Il diritto a un reddito di base. Il welfare nell’età dell’innovazione, Torino, Edizioni Abele, 2017, pp. 160

“Quali le ragioni per cui, nel breve volgere di un biennio, una proposta che suonava ai più come scandalosa e irritante, lontana dalle dinamiche sociali e dai processi economici, poco più che una provocazione di ambienti accademici radicali o di movimenti sociali minoritari e incapaci di alleanze credibili, è diventata il fulcro di un così intenso e appassionante dibattito? Una su tutte: perché il reddito di base sta diventando un principio di organizzazione sociale intuitivo e irrinunciabile così come lo sono diventati, in altre epoche storiche, l’abolizione della schiavitù o il voto alle donne”. (p.7) In un momento di evidente disordine dal punto di vista geopolitico e sociale, in cui gli strumenti di tutela dei diritti mostrano chiaramente i loro limiti intrinseci, i sistemi di welfare devono, se vogliono sopravvivere, interrogarsi continuamente su quale sia la maniera più efficace di fronteggiare l’affacciarsi all’orizzonte di bisogni e diritti nuovi, che emergono di pari passo ad un mutato scenario economico e politico. La più che complessa situazione socio-politica odierna, ormai esaurita la spinta della crescita impetuosa (“l’età dell’oro del welfare” come la chiama l’Autore), ha imposto al dibattito pubblico italiano ed europeo la stringente necessità di coniare forme nuove di applicazione dei diritti sociali in assenza di crescita economica. L’attuale, e innegabile, predominio degli interessi economici spinge sempre più verso un tentativo di subordinazione dei diritti sociali alla disponibilità di risorse e alla discrezionalità legislativa nella destinazione delle stesse.

Il volume di Giuseppe Bronzini, Il diritto a un reddito di base (Edizioni Gruppo Abele, 2017), si inserisce dunque a pieno titolo nella ricca letteratura relativa agli strumenti di sostegno al reddito di base, in Italia e nell’ambito europeo: argomento, questo, più che 2     mai attuale sia nel dibattito politico elettorale italiano che in quello internazionale dei nuovi sistemi di Welfare State. Attraverso una efficace ricostruzione, che trascende la “mera” economia per svilupparsi attraverso una analisi giuridica e di storia del diritto, il lavoro di Bronzini, che parte dalle stesse premesse di diversi lavori di Van Parijs (p.7), ricostruisce organicamente la storia dell’ orientamento europeo verso le misure di lotta alla povertà, quali il reddito minimo e il reddito di base, esplorando le radici storiche, le solide basi nella Carte Europe e le potenzialità di uno strumento molto discusso e poco analizzato, che Bronzini descrive come “abilitante” all’ esercizio dei diritti civili e politici. […]

Scarica il testo in formato PDF

Questa voce è stata pubblicata in: Nomos, Rassegne critiche, recensioni, schede e contrassegnata con Enrico Campelli, Nomos 1/2018, Recensioni, Reddito di base, sistemi di welfare. Contrassegna il Permalink.