La sospensione, a fine luglio, del dibattito parlamentare sul progetto di riforma costituzionale seguita allo scoppio dell’ “affaire Benalla” (v. infra) ha segnato la prima grave crisi del quinquennato di Macron a poco più di un anno dalla sua elezione. Le implicazioni politiche, oltre che giudiziarie, della vicenda hanno determinato una brusca battuta di arresto per il programma di riforme avviato dal Presidente francese che aveva posto proprio le riforme istituzionali tra i punti più importanti dell’agenda programmatica del quinquennato, come annunciato in campagna elettorale e poi ribadito il 3 luglio 2017 davanti al Parlamento riunito in Congresso a Versailles. L’iter di approvazione della riforma costituzionale aveva preso l’avvio il 9 maggio con la presentazione del progetto di legge costituzionale Pour une démocratie plus représentative, plus responsable et plus efficace Il 23 maggio la proposta di riforma costituzionale era stata completata con la presentazione di un progetto di legge organica e di un progetto di legge ordinaria. Il 10 luglio all’Assemblea Nazionale – dopo l’esame in Commissione – si era già aperta la discussione in Aula sulle linee generali del progetto prima che l’ “affaire Benalla” irrompesse sulla scena politica travolgendo l’Eliseo e costringendo il 22 luglio il Governo, nella persona del Ministro della Giustizia, Nicole Belloubet ad annunciare, durante la seduta, la sospensione dell’esame del progetto di revisione costituzionale, auspicandone comunque la ripresa in un clima più sereno.
Si tratta di un progetto, com’è noto, ambizioso, che nelle intenzioni dell’Esecutivo mira a correggere alcuni nodi non risolti del sistema costituzionale francese. Innanzitutto quello delle incompatibilità. Il progetto di riforma, infatti, torna sull’annosa questione del cumulo dei mandati prevedendo (art. 1 del progetto di legge costituzionale) il divieto del cumulo di funzioni di governo con l’esercizio di funzioni esecutive o di presidenza di assemblea delle collettività territoriali. Riguardo al Governo e alla responsabilità penale dei Ministri, il progetto propone anche la soppressione della Corte di Giustizia della Repubblica (art. 13) assoggettando i ministri al giudizio della Corte di appello di Parigi per i crimini e i delitti compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni. Il nodo più importante della proposta di Governo riguarda tuttavia il Parlamento che ancora una volta (come già con la revisione del 2008) si trova al centro delle preoccupazioni dell’Esecutivo il cui intento principale è quello di migliore le condizioni di lavoro […]