GIAPPONE, Michele Crisafi, Il terzo mandato alla guida del partito ed il secondo rimpasto di Governo delineano la strategia di Abe

Il 20 settembre il Primo Ministro Abe Shinzō ha conquistato il suo terzo mandato alla guida del Partito Liberal Democratico (LDP). Nella contesa intrapartitica, Abe ha conseguito un totale di 553 punti, mentre Ishiba Shigeru, l’unico altro candidato, ha ottenuto 254 punti. Il punteggio è calcolato dalla sommatoria delle preferenze espresse dai parlamentari del partito e da quelle dei suoi quadri. È interessante rilevare che mentre fra i parlamentari Abe ha ottenuto un vero e proprio plebiscito (329 voti, pari all’82%, contro gli appena 73 di Ishiba, pari al 18%), la dirigenza del partito si è espressa in maniera meno univoca: soltanto poco più del 55% (224 punti) ha votato per Abe, con la conseguenza che poco meno della metà (181 punti) dei quadri del partito ha indirizzato le proprie preferenze sul candidato espressione della minoranza interna.

Alla luce di tale asimmetria, è possibile interpretare il voto del 20 settembre come una fiducia condizionata al Primo Ministro, il quale, per le regole interne dell’LDP, non potrà competere per un quarto mandato consecutivo. Appare oltremodo singolare, peraltro, che Ishiba, il competitor di Abe, sia stato il medesimo della sfida al vertice del partito nel 2012, circostanza che tradisce un basso ricambio generazionale tra le figure apicali del campo conservatore giapponese. Altra tipica tendenza della politica giapponese, se non della sua società nel suo complesso, è il familismo. Nell’elezione del 20 settembre è ulteriormente emerso il carisma di Shinjiro Koizumi, figlio dell’ex Primo Ministro (2001-2006) Junichiro ed astro nascente dell’LDP. Shinjiro ha dichiarato di appoggiare Ishiba, prendendo così formalmente le distanze da Abe, magari per ripercorrere le orme del padre in un non lontanissimo futuro. […]

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