Il Canada si sta avvicinando alle elezioni federali del prossimo 21 ottobre in un clima segnato da profonda incertezza politico-istituzionale, alimentata dalle crescenti tensioni provocate dallo scandalo della multinazionale quebecchese SNC-Lavalin, che ha avuto un impatto notevole, nell’ultimo quadrimestre, sui rapporti di forza fra i partiti e sugli equilibri di potere a Ottawa.
Lo scandalo prende le mosse dalle denunce per frode e corruzione che sono state contestate alla società multinazionale di ingegneria specializzata con sede a Montreal (Québec), per fatti avvenuti nel 2011 e consistiti nel riciclaggio illecito di denaro per corrompere funzionari dell’allora Governo libico di Gheddafi e assicurarsi contratti di appalto e commesse nel Paese nordafricano. L’intera vicenda ha prodotto le sue conseguenze politiche in Canada soltanto in questi ultimi quattro mesi, travolgendo la persona stessa del Primo Ministro Justin Trudeau per il caso delle presunte pressioni che questi avrebbe esercitato sulla ormai ex Attorney General, nonché Ministra della Giustizia, Jody Wilson-Raybould (prima donna nativa a ricoprire queste importanti cariche istituzionali) per arrivare ad una soluzione extragiudiziaria del processo a carico degli ex dirigenti della società incriminata, essendo preoccupato per la perdita di migliaia di posti di lavoro, qualora la SNC-Lavalin avesse lasciato il Canada, e per le ripercussioni politiche dello scandalo in vista della prossima campagna elettorale. Secondo quanto dichiarato dalla Wilson-Raybould, le pressioni sarebbero iniziate già nel settembre 2018 e sono state esercitate, non solo da Trudeau ma anche da altri membri del Gabinetto nonché da alti funzionari pubblici e dall’ufficio del Ministro delle Finanze, fino ai suoi ultimi giorni come Ministra della Giustizia e Procuratrice Generale. Il 14 gennaio, infatti, in occasione di un nuovo rimpasto di governo (v. infra), era già stata rimossa dal suo ruolo e nominata Ministra degli Affari dei Veterani, una posizione del tutto marginale all’interno della compagine governativa, perché, a detta della stessa Wilson-Raybould, si sarebbe rifiutata di cedere alle pressioni del Primo Ministro e del suo entourage. […]