Con una sentenza pronunciata il 30 luglio, il Tribunale costituzionale federale si è pronunciato sulla legittimità dell’Unione bancaria europea [BVerfG 2 BvR 1685/14, 2 BvR 2631/14] chiarendo che gli atti di diritto derivato sui quali la stessa si basa non violano la Legge Fondamentale, giacchè non si configurano come atti ultra vires, e non violano l’identità costituzionale tedesca iscritta nell’art. 79, terzo co., della Legge Fondamentale. L’esito della pronuncia, cui va ascritto indubbiamente un grande rilievo politico, in fondo non sorprende, considerando la cautela con cui il Tribunale costituzionale federale negli ultimi anni ha esercitato un controllo molto serrato, ma non altrettanto pervasivo circa l’evoluzione del processo di integrazione europea, e, soprattutto, riguardo alle modifiche del quadro normativo in cui si iscrivono le politiche monetarie e finanziarie nell’UE. Anche lo stile argomentativo è tutt’altro che inedito per i giudici di Karlsruhe: la corposa pronuncia, che si articola in 320 paragrafi, è costruita a partire da una serie di affermazioni puntuali che evidenziano talune criticità e possibili aporie rispetto alle norme che disciplinano il riparto delle competenze tra l’Unione europea e gli Stati membri, e denunciano un tendenziale squilibrio nell’esercizio di poteri regolativi a vantaggio di autorità estranee al tradizionale circuito democratico; al contempo, il Tribunale costituzionale federale sottolinea la possibilità di rendere una interpretazione restrittiva – e di fatto la suggerisce – dei compiti e delle prerogative della Banca centrale europea, tale da escludere una “modifica palese, strutturale e significativa del programma di integrazione europea”. In altre parole, si tratta di un assenso condizionato.
Oggetto dell’esame è il regolamento (EU) 1024/2013 del Consiglio del 15 ottobre 2013 che istituisce Meccanismo di Vigilanza unico (MVU o SSM), il regolamento (EU) 806/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 luglio 2014 riguardante il Meccanismo di Risoluzione unico (MRU o SRM) e la legge federale tedesca del 25 luglio 2013 (BGBl. II, p. 1050) che autorizza il rappresentante tedesco in seno al Consiglio a votare a favore del Regolamento che trasferisce tali particolari compiti alla Banca centrale europea. […]