Il volume Transizioni in Europa e in America Latina (1945-1995). Storiografia, politica, istituzioni è composto da parte degli interventi tenuti durante il convegno internazionale Transizioni. Politica e giustizia. Europa e America Latina (1945–1995), svoltosi presso il Dipartimento di Culture e Civiltà dell’Università degli Studi di Verona nel giugno 2017. Come lo stesso titolo suggerisce, oggetto del volume sono le transizioni verso la democrazia avvenute in due contesti geografici, l’Europa e l’America Latina, e in quattro contesti cronologici differenti. In particolare, nello spazio europeo il passaggio alle democrazie avvenne in tre momenti diversi: alla conclusione della Seconda guerra mondiale, con il passaggio dai totalitarismi a democrazia più o meno compiute; negli anni Settanta con la fine dei regimi di António de Oliveira Salazar e Francisco Franco; negli anni Novanta con la fine del socialismo reale e l’avvento di altre versioni della democrazia in Europa. (pp. 7-8). Mentre in America Latina le transizioni presero avvio alla fine degli anni Ottanta con la fine dei regimi militari.
La prima sezione del volume, come lo stesso titolo Transizione e storiografia indica, è dedicata all’analisi del significato del termine “transizione” e alla sua evoluzione. I due saggi che la compongono, Transizione: intorno a una nozione storiografica di Jacques Revel, e L’idea di transizione nella storiografia italiana del Novecento di Gian Paolo Romagnani, mettono in rilievo la difficoltà di individuare un significato univoco al termine transizione. In particolare, Revel, rifacendosi ad Hegel, definisce “transizione” come una categoria di attesa, un momento di aspettativa che ha luogo quando un determinato stato del mondo si spezza, si disorganizza e non si può ancora anticipare la forma e il senso dell’ordine delle cose a venire (p. 17). Rifacendosi alla transizione che per gli storici è stata a più a lungo oggetto di dibattito, quella dal feudalismo al capitalismo, l’Autore del saggio individua diversi modelli: il modello sistemico, di cui Marx è il primo ideatore, stabilisce un quadro degli elementi che definiscono il modello feudale; il modello che può essere definito temporale propone di seguire la comparsa di questi elementi nel tempo, ma anche di tutti gli altri aspetti che vengono a turbare il modello dominante (p. 22); il modello esplicativo pensa la transizione come un processo aperto del quale non si possono anticipare meccanicamente i risultati e quindi come una tendenza che porta a delle possibilità; e il modello normativo ordina una storia a partire da una fine assegnata. Romagnani si sofferma, invece, più che sul significato di transizione, che pure delinea, sull’utilizzo di tale termine […]