ABSTRACT
L’articolo analizza le due diverse decisioni a cui ha dato luogo il caso Cappato (l’ord. n. 207/2018 e la sent. n. 242/2019). Secondo l’autore, esse sono inquadrabili nell’ambito di nuova tipologia di doppia pronuncia, caratterizzata dal fatto che la prima decisione non è più una mera sentenza di rigetto con monito, ma una ordinanza in cui, nel dichiarare la incompatibilità tra una disposizione legislativa e i principi costituzionali, la Corte assegna al legislatore un termine entro cui rimuovere il vulnus individuato. In caso di inerzia da parte del legislatore, seguirebbe una pronuncia manipolativa volta a colmare il vuoto di tutela costituzionale individuato nella ordinanza di incompatibilità.
The article analyses the two different decisions in which the so called Cappato case resulted (order no. 207/2018 and judgment no. 242/2019). According to the author, they are to be placed among a new typology of ‘double ruling’, characterized by the fact that the first decision is no longer a mere ‘rejection with warning’ judgment, but an order in which, while declaring incompatibility between a statutory provision and the constitutional principles, the Court entrusts the lawmaker with a time limit within which the detected vulnus must be removed. In the event of inactivity from the lawmaker, this would be followed by a creative judgment aimed at filling the lack of constitutional protection which was identified in the incompatibility decision.
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Sommario: 1. L’ord. n. 207/2018 – 1.1. Il complicato inquadramento di essa nell’ambito delle tecniche decisorie – 1.2. Una ordinanza di incompatibilità? – 1.3. I problemi giuridici – 2. L’inerzia da parte del Parlamento – 3. La sent. n. 242/2019 – 4. Qualche breve osservazione a mo’ di conclusione