Gli Stati Uniti si trovano ad affrontare la più grave crisi nazionale dalla fine della seconda guerra mondiale. Come ha avuto a scrivere il costituzionalista Sandy Levinson, l’11 settembre a confronto è stato un colpo dal quale il Paese si è ripreso in tempi relativamente brevi, sebbene le ripercussioni delle decisioni adottate nel 2001 dall’Esecutivo abbiano pesato in maniera determinante sull’evoluzione della forma di governo statunitense e sul ruolo geopolitico degli Stati Uniti negli anni seguenti. Il New York Times ha scritto “la pandemia di Coronavirus ha messo a nudo ancora una volta la natura incompleta del progetto americano – la grande distanza tra le realtà e i valori enunciati nei suoi documenti fondativi”.
Con 100.000 decessi e oltre 1 milione di casi di contagio confermati gli Stati Uniti hanno scalato rapidamente la classifica delle nazioni maggiormente colpite dalla crisi sanitaria che sta tenendo il globo nella morsa della paura e dell’incertezza. I due terzi delle vittime erano ultraottantenni, gli altri si distribuiscono equamente tra poveri e individui appartenenti alle minoranze afroamericana e latina. Nonostante il numero impressionante di vittime questa volta non ci sono state manifestazioni di lutto pubblico, una circostanza alquanto singolare se si considera che gli Stati Uniti sono da sempre affezionati alle celebrazioni in ricordo dei propri caduti. Il nemico invisibile ha fiaccato la capacità della nazione di reagire attraverso i suoi riti collettivi consolidati, perché se il nemico non lo vedi non puoi scatenargli contro la frustrazione. La necessità per le istituzioni di reagire con tempestività – dopo un primo momento in cui lo stesso Presidente Donald Trump in gennaio aveva sottovalutato la minaccia della diffusione del virus ritenendola circoscritta alla sola Cina e poi all’Italia – non ha lasciato il tempo per indugiare in occasioni di catarsi offerte dai riti collettivi di celebrazione della memoria. I ritardi nella reazione dell’amministrazione Trump dovuti alla minimizzazione del rischio di diffusione del contagio hanno condotto ad una gestione fallimentare della crisi […]