Il tema della crisi si presenta oggi in termini che dir problematici è poco in quanto, anche a non voler essere catastrofistici, la odierna, e inedita almeno per il suo contesto, situazione emergenziale può portare a pensare che si stia realizzando una cesura tra un prima e un dopo. Si tratta, in realtà, dell’esito di una ‘lunga transizione’ preparata da una serie di avvenimenti di cui forse non ci siamo resi conto fino in fondo e che stanno modificando, in maniera non del tutto sotterranea, le relazioni sociali, politiche e giuridiche.
Si è realizzato negli ultimi decenni una sorta di policentrismo istituzionale, quasi una ‘anarchia istituzionale’, per usare un’espressione di G.B. Vico, il quale collegava l’anarchia istituzionale dei suoi tempi all’anarchia gnoseologica che aveva eliminato i presupposti stessi della possibilità di conoscenza del giuridico. L’anarchia gnoseologica è anche oggi alla base della crisi sociale e istituzionale a cui assistiamo e che, approfondendosi in maniera esponenziale, ci interroga anche sulla tenuta delle nostre istituzioni, nazionali e internazionali, sul futuro della democrazia e della politica, sul ruolo della politica, ma anche sullo stesso rapporto tra scienza e tecnica, e tra politica e scienza in un futuro che con la realtà e la natura deve, comunque, continuare a fare i conti. Il secolo XXI si è aperto all’insegna della complessità del reale, che riprende in qualche modo la sua impenetrabilità e indecidibilità, perché la trasformazione continua della realtà, ad opera dello stesso uomo, rende non solo difficile ma anche inutile la penetrabilità di qualcosa che cambia continuamente, e, rendendo impossibile la continua adeguazione alla […]
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Sommario: 1. Premessa.- 2. Un problema di linguaggio.-3. Policentrismo o anarchia istituzionale?.-4. La politica tra scienza e tecnica