Presentazione del volume di Giorgio Napolitano , Altiero Spinelli e l'Europa

 



Introduzione alla presentazione del libro di Giorgio Napolitano ,Altiero Spinelli e l’Europa,Bologna,Il Mulino,2007 ,cui hanno partecipato Giuliano Amato,Alessandro Cavalli,Pier Virgilio Dastoli,Alberto Majocchi e Cesare Merlini (Roma ,31 Agosto 2007)
di
Fulco Lanchester


1- La manifestazione di stasera ed il volume di cui ci occupiamo si inquadrano nelle celebrazioni del primo centenario della nascita di Altiero Spinelli , nato nel 1907, entrato come antifascista nelle patrie galere nel 1927,uscito dal Pcd’I nel 1937,autore con Ernesto Rossi del Manifesto di Ventotene 1941, Mentore del federalismo europeo dal crollo del fascismo fino alla sua morte nel 1986 e uno dei responsabili del suo inserimento progressivo nell’ambito del testo costituzionale , di cui proprio quest’anno celebreremo il sessantesimo anniversario della approvazione .
Gli scritti pubblicati da Giorgio Napolitano sono di estremo interesse e non hanno niente dell’omaggio formale.Essi forniscono – prima di tutto- la possibilità di discutere dell’opera di Spinelli nella prospettiva storica e di analizzare il suo complesso rapporto con le forze politiche italiane ed in particolare con quelle della sinistra . L’Introduzione, incentrata su temi attualissimi, mette inoltre in condizione di riflettere sui futuri sviluppi dell’Europa e le soluzioni per uscire dall’impasse attuale .
Aspetto storico e attualità sono affrontati dall’Autore con immediatezza e precisione in maniera da coinvolgere il lettore . C’è dunque molta carne al fuoco e i partecipanti a questa presentazione non hanno che da scegliere il taglio .
2- Vorrei sottolineare però che gli interventi di Giorgio Napolitano raccolti in questo volume hanno la caratteristica di essere esplicitamente partigiani , come osserva la splendida ed impegnata prefazione di Giorgio Ruffolo , ed è proprio su questo aspetto che soffermerò brevemente la mia attenzione, per connettere gli stessi con la azione istituzionale svolta da Napolitano come rappresentante dell’unità nazionale.
Nel marzo scorso , in occasione delle celebrazioni del cinquantenario della firma dei trattati di Roma, è stato distribuito ai rappresentanti dei ventisette Capi di Stato e di Governo presenti un altro volumetto di Napolitano , edito dall´Istituto poligrafico e zecca dello Stato e delle stesse smilze dimensioni di quello preso in esame oggi . In esso sono raccolti ,sotto il titolo Per l´Europa , estratti dei discorsi e degli interventi da lui tenuti nel periodo che va dal maggio 2006 al febbraio 2007 come Presidente della Repubblica .
Si tratta di tredici discorsi pronunciati in Italia e in Europa, in sedi diverse, nei quali il Presidente Napolitano «ha colto l’opportunità di presentare e sostenere a nome dell’Italia, le ragioni e gli obiettivi di dialogo e di impegno ritenuti essenziali per un ulteriore sviluppo dell’integrazione politica, dell’unità e della capacità d’azione dell’Unione europea». Gli interventi possono essere recuperati nella loro integralità sul sito della Presidenza della Repubblica ed hanno la caratteristica dell’ufficialità .
Le settantrè pagine edite dal Mulino ( introdotte da una densa premessa di Giorgio Ruffolo, che fa raggiungere il totale delle pagine a novantaquattro ) raccolgono invece , oltre ad una premessa attualissima del luglio di quest’anno , nove interventi datati dal 23 maggio 1986 (data della morte di Spinelli) fino al 2006 ,ripartendosi equamente nel tempo : tre ciascuno per gli anni Ottanta,Novanta e Duemila.
Ci troviamo dunque davanti a due tipi di riflessioni,differenti per taglio e dislocazione temporale , che – tuttavia – appaiono convergenti per quanto riguarda le finalità connettendo azione istituzionale , esperienza politica e personale . A mio avviso ,le due raccolte di scritti (distinte per taglio , data e colore) risultano significativamente unite dal primo intervento ufficiale del nuovo Capo dello Stato, intitolato nella raccolta de il Mulino come Ritorno a Ventotene:l´omaggio della Repubblica e Un omaggio ,una riflessione e un appello nella raccolta curata dall´Ufficio stampa e informazione della Presidenza della Repubblica . Questo discorso alla manifestazione per il ventesimo anniversario della scomparsa di Altiero Spinelli a Ventotene nel maggio 2006 costituisce un vero e proprio perno .Esso connette in modo significativo una riflessione personale (direi privata) e di partito ed una pubblica ed istituzionale , nell´ambito di un viaggio nel tempo e nei problemi che ha come punto di riferimento costante Altiero Spinelli , nella prospettiva dello sviluppo democratico del continente europeo e della più generale coesistenza pacifica .
Il discorso di Giorgio Napolitano a Ventotene pare essere l’elemento rivelatore della Sua azione istituzionale da un lato e della sua riflessione individuale e politica dall´altro . Esso riesce ,dunque, a connettere gli scritti pubblicati per la celebrazione per il cinquantesimo della firma dei Trattati di Roma e quelli per la celebrazione spinelliana, evidenziando come essi siano elementi differenziati ma strettamente complementari di un’azione istituzionale , che vede protagonisti l’Italia e l’Europa illuminati dall’azione preveggente di Altiero Spinelli .
A differenza del suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi che aveva concentrato in maniera forte la propria attenzione sui valori della Costituzione e sull´identità nazionale, suggerendo la necessità di un rinnovato sentimento patriottico nell’ambito dell’impegno europeistico , Napolitano sin dal suo messaggio alle Camere in occasione dell’insediamento presidenziale ha voluto inserire con forza particolare la prospettiva europea. Il risalto attribuito al ruolo dell’Europa per la democrazia e per la pace , la ripetuta assegnazione a Spinelli della funzione di vera propria guida spirituale e politica preveggente costituiscono elementi che si radicano nella specifica esperienza della generazione di Napolitano ,ma soprattutto nel faticoso percorso della sinistra europea ed italiana nel superamento della grande scissione tra democrazia e prospettiva europea .
3-Dagli scritti partigiani di Napolitano e dalla sua opera di riflessione e di scavo sulle radici del nostro ordinamento costituzionale (ricordo che, come Presidente della Fondazione Camera dei deputati ,Napolitano fino all’anno scorso ha condotto con mano sicura gli studi relativi alle celebrazioni del sessantesimo anniversario della Assemblea costituente ) esce fuori come una forte fetta della sinistra italiana abbia solo faticosamente conquistato la pienezza della prospettiva democratica all’interno della Costituzione repubblicana e del progetto europeistico .
Osservo  questo   ,perché  gli scritti pubblicati nel volumetto presentato stasera sono stati redatti in un periodo in cui la sinistra italiana aveva oramai superato le remore nei confronti dell’europeismo . Essi abbracciano tre fasi ben precise della storia italiana ed europea e comprendono rispettivamente:
a-gli anni che precedono e accompagnano il crollo dell’Urss, la firma del Trattato di Maastricht e la crisi del vecchio sistema dei partiti ;
b-il periodo delle speranze e della difficoltà che preparano la moneta unica;
c- e ,infine, gli anni delle difficoltà più recenti e il tentativo di invertire la rotta.
Nell’ambito di un simile percorso, che segue la scomparsa di Altiero Spinelli ,lo stesso viene riconosciuto in maniera incrementale come un precursore ed un profeta , capace di condurre una battaglia – anche solitaria- per obbiettivi riconosciuti essenziali .
Il debito nei confronti di Spinelli viene dichiarato da Napolitano oramai da due decenni in maniera sincera e sempre più esplicita nell’ambito di una battaglia aspra ancora in corso per inverare una prospettiva essenziale di sviluppo del progetto europeo .
La pace in Europa , attraverso il superamento dei contrasti e l’armonizzazione delle istituzioni nazionali in un contesto in cui lo Stato sociale possa continuare ad esplicare le proprie capacità di difesa dei più deboli , è passata attraverso la costruzione comunitaria ed oggi passa attraverso dell’Unione.
Sullo sfondo c’è,dunque,  il dato di fatto che cinquant’anni fa le sinistre non si presentarono compatte all’appuntamento con l’Europa ,mentre lo stesso Altiero Spinelli allora non fu assolutamente soddisfatto dei Trattati . Anzi , se si rileggono gli atti della discussione parlamentare italiana in materia europea tra il 1948 e il 1979 , curati da Vincenzo Guizzi per la Fondazione Camera  dei  deputati  , si tocca con mano la contraddizione del punto di partenza, che rende comprensibile la modifica della prospettiva effettuatasi dagli anni Settanta in poi. I Trattati di Roma del 1957 videro la significativa opposizione del Pci e l’astensione del Psi,che stava avvicinandosi all’ipotesi di centro-sinistra e alla riunificazione con il Psdi . Giancarlo Pajetta,cui proprio Napolitano successe alla guida del settore politica estera del Pci nel 1986, il 25 luglio di cinquant’anni fa espresse alla camera dei deputati una posizione fortemente negativa nei confronti dei Trattati , perché l’Europa veniva considerata un pericolo per lo sviluppo economico italiano e per la distensione internazionale in un mondo spaccato dalla guerra che , non più gelida , rimaneva sempre fredda .
Nel 1958 lo stesso Napolitano , in un denso saggio su Mercato comune e politica di sviluppo del mezzogiorno,pubblicato su “Cronache meridionali”(la rivista mensile diretta da Giorgio Amendola e Mario Alicata e da cui si era ritirato poco prima Francesco De Martino), aveva espresso forti dubbi sulla nuova istituzione sovranazionale ,ricalcando con intelligenza la linea generale del Pci, ma aprendo pragmaticamente alle novità .
La grande scissione con la prospettiva di Spinelli stava allora nelle caratteristiche dei Trattati che venivano ritenuti come una mera espressione dei monopoli economici e degli interessi della superpotenza statunitense .Nei primi anni Cinquanta (lo ricordava sempre Mario Albertini, un altro grande federalista che desidero ricordare stasera ) questo era stato il punto massimo del conflitto in occasione della discussione sulla CED e la proposta spinelliana ,veicolata da Alcide De Gasperi, dell’art. 38 non poteva che essere condannata dal Pci e dai suoi dirigenti .
4-Il lento processo di integrazione del Pci e poi la sua dissoluzione nell’ambito degli ideali delle democrazie pluraliste hanno teso a connettere la battaglia per l’inveramento della Costituzione repubblicana con l’ integrazione europea . Spinelli nelle sue memorie lo osserva più volte e Napolitano nella sua autobiografia politica intitolata Dal Pci al socialismo europeo ed in questo stesso volumetto lo riconosce a chiare lettere. Il grande viaggio del Pci nell’ambito delle istituzioni democratiche ebbe negli anni Settanta un punto di svolta importante e Spinelli vi giocò un ruolo notevole , così come – dice Napolitano – Giorgio Amendola , anche lui nato nel 1907 e scomparso nel 1980 . Dal punto di vista politico direi che il passare del tempo ha fatto si che il tributo di riconoscenza di Napolitano per questi due personaggi , che hanno inciso fortemente sulla vicenda politica italiana e su quella personale dell’Autore , si sia progressivamente invertito, rimanendo inalterato l’ammirazione e l’affetto per due personalità che seppero testimoniare in periodi terribili forza d’animo eccezionale .
Il volume riconosce,dunque, che – anche attraverso Spinelli – la sinistra italiana ha potuto divenire europea e che solo nella prospettiva dell’integrazione europea l’intero ordinamento ha la possibilità di giocare le carte di un inveramento dei valori fondamentali su cui si fondano le democrazie pluraliste con l’inflessione che caratterizza la sinistra . Costituzione repubblicana e processo di integrazione europea divengono ,quindi, l’asse portante di una prospettiva di sviluppo e la figura di Spinelli , che aveva visto lungo , rappresenta il profeta laico che indica la strada , dopo aver aperto la prima parte del percorso.
In conclusione il volumetto di Napolitano non è soltanto un riconoscimento al pensiero e all’azione di Spinelli , ma è anche uno stimolo di fronte a soluzioni non soddisfacenti come quelle scaturite dal Consiglio di Berlino . Esso indica la strada europea pensando all’Italia,nella consapevolezza delle difficoltà di una situazione che solo il riferimento ai valori incarnati da una personalità come quella di Spinelli possono stimolare a superare .



 

      Questa voce è stata pubblicata in: Parlalex, SCRITTI RECENTI il 08/08/2020 Contrassegna il Permalink.