SEMINARIO “Sistemi elettorali e minoranze linguistiche”. Augusto Cerri, Minoranze linguistiche e politiche tra azione positiva e divieto di discriminazioni indirette. Giurisprudenza americana e suggerimenti per l’esperienza italiana

Temo di essere un po’ troppo dottrinario, tuttavia debbo dire che il libro è veramente bello, è veramente vivo, è veramente rigoroso sotto ogni aspetto. Le reali tematiche come emerso da questi primi interventi sono tre: le minoranze linguistiche – etnico-linguistiche -, le minoranze politiche e i sistemi elettorali. Sono tre temi che non sono esattamente sovrapposti l’uno all’altro ma hanno una relazione varia e complessa. Però nel libro è anche ben evidenziato come a volte le minoranze linguistiche diventano partiti, a volte invece si spalmano in diversi partiti, a volte hanno rappresentanti etnicamente o linguisticamente qualificati in partiti diversi e via discorrendo.

Adesso io vorrei esaminare questi tre elementi.

Si è anche detto: “Ma davvero ci vuole una normativa ad hoc a tutela delle minoranze etniche (linguistiche, come dice la nostra Costituzione) oppure basta la benigna uguaglianza nell’ambito di ampie libertà “comuni?”. Si è molto discusso anche in America di questo, e alla fine si è arrivati a dire che ci può essere una normativa ad hoc, una normativa di sostegno ed il discorso ripercorre anche le vie delle affirmative actions, delle reverse discriminations e via discorrendo.

Però, occorre fare una distinzione: per quel che riguarda le affirmative actions, in linea di massima si è arrivati alla conclusione che esse sono possibili purché temporanee: questa è la conclusione a cui giunge Brennan, argomentata in base alla considerazione che in definitiva non si può dividere la società in via stabile in diverse classi, in diversi ceti. Tuttavia, purché “nascano a morire”, per scomparire – un po’ come gli aiuti di Stato che debbono nascere per poi morire ad un certo punto – le “azioni positive” sono possibili. Per le minoranze linguistiche il discorso è un po’ diverso, perché le minoranze linguistiche sono qualcosa di permanente, o quanto meno dimensionate sui tempi della storia, non suscettibili di una misurazione chiara a differenza dei tempi della politica, dell’economia.

È quindi evidente che con le minoranze linguistiche ci sono azioni positive di uno spessore e di una resistenza maggiore: si giustifica, alla stregua dell’eguaglianza, questa protezione intensa più stabile?

Osserva Will Kymlicka che la società è intrinsecamente faziosa, non c’è società che non abbia una sua faziosità strutturale su certi temi di fondo che attengono alla identità culturale. Ecco allora che occorre un sostegno alle minoranze, è vero, che in qualche modo sono fuori di questo circolo condiviso nella società.

Ci sono poi altre considerazioni: il pluralismo culturale è, per un verso, una ricchezza per tutti; per altro verso può essere, però, anche un pericolo per chi è incluso nell’ambito di una subcultura refrattaria ai valori della società generale. Rinchiudere il singolo in una società particolare che lo priva dei vantaggi della società generale o comunicare questi vantaggi a persone ormai prive di dimensioni culturali proprie e profonde, ormai sradicate dal proprio humus ed “omologate al proprio sistema”? Questo è il dilemma. Un acuto autore americano ha rievocato in proposito l’immagine di Scilla e Cariddi. […]

Scaricare il testo completo in formato PDF

Questa voce è stata pubblicata in: Nomos, Saggi e contrassegnata con affirmative actions, Augusto Cerri, Bolzano, Demokratik Halk Partisi, Demos sociale e politico, Deutscher Verband, Dieter Nohlen, diritto comparato, diritto costituzionale, divieto di discriminazioni indirette, enlargement, formula d’Hondt, Friuli-Venezia Giulia, Fulco Lanchester, gerrymandering, Legge n. 270 del 2005, Lijphart, malapportionment, Massimo Luciani, Maurice Duverger, minoranze linguistiche, Nomos 2/2013, Oskar Peterlini, parlamentarische Wahlrecht, partecipazione al sistema politico delle minoranze linguistiche, partiti regionali, Porcellum, Protezione costituzionale delle minoranze linguistiche, questione dello Schleswig-Holstein, Rae, rappresentanza delle minoranze linguistiche caso altoatesino, reverse discriminations, Seminario Sistemi elettorali e minoranze linguiste, Slovenska Skupnost, Stefano Ceccanti, Südtiroler Volkspartei, Taagepera, Tamara Blazina, Tapferkeit, Trentino Alto Adige, Trento, tutela delle minoranze linguistiche, Val d’Aosta, votazioni deliberative, votazioni elettive, Will Kymlicka, “majority system”, “plurality system”. Contrassegna il Permalink.