Probabilmente si stempererà lentamente il fragore della sentenza del Tribunale costituzionale federale del 5 maggio sulla natura ultra vires del Public Sector Purchase Programme (PSPP) della Banca centrale europea, dove si legge che “l’interpretazione della Corte di Giustizia nella sua sentenza dell’11 dicembre 2018, benché resa nel rispetto delle competenze, misconosce palesemente il significato e la portata del principio di proporzionalità che va comunque rispettato, anche nella ripartizione delle competenze (Art. 5, primo co., seconda frase e quarto co. TUE), e in considerazione della sottovalutazione delle conseguenze effettive del PSPP, risulta insostenibile sul piano metodologico. La sentenza della Corte di Giustizia dell’11 dicembre 2018 pertanto viola palesemente i limiti del mandato conferitole ai sensi dell’art. 19, primo co., secondo alinea TUE e pone in essere un’alterazione significativa delle competenze a scapito degli Stati membri. Dal momento che essa stessa costituisce un atto ultra vires, essa di conseguenza non può sortire effetti vincolanti” (par. 154 della pronuncia). Una enormità.
Il Tribunale costituzionale federale, chiamato ad esprimersi sulla legittimità delle politiche non convenzionali della Banca centrale europea messe in atto per difendere la stabilità monetaria nell’area euro “whataver it takes”, il 18 luglio 2017 aveva introdotto un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’UE affinché verificasse la natura ultra vires delle misure adottate. La Corte di Giustizia, con la sentenza Weiss dell’11 dicembre 2018, ne aveva confermato la legittimità, limitando tuttavia la pervasività della sua istruttoria in ragione della tecnicalità delle scelte compiute da un organo formato da esperti indipendenti dai Governi nazionali ed estranei al circuito democratico dell’Unione europea. Pronunciandosi definitivamente sulla questione, il Tribunale costituzionale federale si è invece riservato l’esercizio di un sindacato molto più penetrante rispetto alla Corte di Giustizia sugli strumenti di politica monetaria varati dal Consiglio della Banca centrale europea, per giungere alla conclusione che quest’ultimo avrebbe formalizzato le sue decisioni senza dimostrare di avere adeguatamente considerato tutti gli effetti del programma di acquisto dei titoli di Stato, […]