Ho conosciuto Mario Galizia nel 1975 quando fui chiamato ad insegnare in questa Facoltà Storia delle istituzioni politiche e subito fui colpito dalla sua personalità, ricca di aspetti originali e certamente inconsueta nel panorama accademico romano di quel periodo. Innanzi tutto rimasi particolarmente interessato dalla sua impostazione metodologica, la quale in un periodo in cui in dottrina era ancora prevalente l’indirizzo formalistico si proponeva, al contrario, di leggere l’ordinamento giuridico come profondamente radicato nella realtà politica, culturale, economica del paese cui si riferiva e da questa realtà era plasmato e mosso. Un’impostazione metodologica la cui lezione era particolarmente illuminante per me che in quegli anni cercavo di liberarmi dagli schemi adottati dalla storiografia giuridica di derivazione pandettistica la quale interpretava gli ordinamenti del passato utilizzando le forme caratterizzanti quelli di età contemporanea e si avvaleva della costruzione teorica elaborata dalla dottrina in riferimento a questi ultimi. Una storiografia, dunque, che attribuiva agli ordinamenti del passato natura sostanzialmente identica a quella dei contemporanei. […]
Mario Caravale, Un lessico familiare: Vincenzo, Paolo e Mario Galizia
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