Le sentenze licenziate dalla Corte Suprema alla fine del giugno 2022, relative rispettivamente alla libertà religiosa e alla libertà di espressione, al diritto a portare le armi e al diritto all’aborto, hanno riportato al centro del dibattito politico-dottrinario il ruolo della Corte nell’architettura costituzionale statunitense, a pochi mesi dall’atteso appuntamento con il rito elettorale delle elezioni di mid-term.
Le pronunce della Corte, basate su un’interpretazione originalista del testo costituzionale e riflesso di una ideologia politica reazionaria, hanno scosso le fondamenta della democrazia americana, già messa a dura prova da altri insidiosi fattori di destabilizzazione. Chi oggi nega la crisi della democrazia negli Stati Uniti, di cui l’attivismo giurisprudenziale della Corte Suprema è l’ennesimo sintomo, mostra oltre che una scarsa conoscenza dell’ordinamento in questione anche una spiccata disattenzione per l’attualità sociale e politica del Paese. […]
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