Abstract[it]: L’incertezza iniziale in merito agli effetti legati all’assunzione dei contraccettivi d’emergenza ha determinato in dottrina, e nella prassi, la riproposizione di alcune delle questioni poste dalla vicenda dell’interruzione volontaria di gravidanza. Nonostante saltuarie ‘resistenze’ poste in essere dal personale farmacista per ragioni di coscienza, con l’eliminazione dell’obbligo di prescrizione medica l’accesso delle donne alla contraccezione d’emergenza appare, ad oggi, decisamente più semplice, inevitabilmente subordinato però alla perdurante esclusione dell’effetto antinidatorio della cd. ‘pillola del giorno dopo’.
Abstract[en]: The initial confusion about the effects of emergency contraception favours among scholars, and in public discourse, the re-proposal of some of the issues that characterize the discourse on voluntary termination of pregnancy. The scientific exclusion of the abortive effect of the “morning after pill”, simplifies access to the drug, despite some moral refusals by pharmacists to dispense emergency contraceptives, but it also stresses how precarious is still the women’s right to reproductive self-determination.
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SOMMARIO: 1. Metodi nuovi, questioni antiche: la contraccezione d’emergenza come possibile pratica abortiva, ovvero quanto presto (ma non grazie a chi) inizia la vita. – 1.1. La decisione n. 8465 del 2001 del TAR Lazio quale possibile leading case; ovvero quando ma soprattutto a chi spetta tutelare il (forse) concepito. – 2. Verso un accesso effettivamente più libero alla contraccezione d’emergenza: dalla mancata capacità abortiva della cd. ‘pillola del giorno dopo’ alla graduale, ma non casuale, eliminazione dell’obbligo di prescrizione medica. – 3. Per non concludere: monitorare la prassi. A proposito dei «timori di complicità» del farmacista obiettore e della reazione ‘composta’ della giurisprudenza penale.