SLOVACCHIA: Simone Benvenuti, La crisi permanente del Governo slovacco termina con la caduta del Governo Heger

Il terzo quadrimestre dell’anno si è aperto, il 1 settembre, con le celebrazioni per il trentennale dell’adozione della Costituzione della Slovacchia indipendente. Queste sono avvenute, risentendone, in un clima di sospensione per il prolungato periodo di instabilità di Governo iniziato nelle settimane precedenti e di difficoltà sociali ed economiche che hanno colpito duramente la Slovacchia al pari di altri Paesi dell’area centro-orientale dell’Europa.Significative a tale riguardo sono le affermazioni del Primo ministro Eduard Heger e della Presidente della Repubblica Zuzana Čaputová nei rispettivi discorsi di fronte ai membri del Consiglio nazionale riuniti per l’occasione. Il primo ha affermato che la Slovacchia è una repubblica democratica e deve rimanere tale, alludendo ai rischi di derive osservate in altri ordinamenti dell’area. A sua volta, Čaputová ha riflettuto sulla cultura politica del Paese concludendo che “dopo trent’anni dall’adozione della nostra Costituzione, siamo ancora lontani dal poterci definire una democrazia matura con sufficienti standard quanto allo stato di diritto, in cui la Costituzione goda del rispetto dovuto”.Stimolata dalle divisioni politiche (in tale occasione, il capo del maggior partito di opposizione, Robert Fico, non ha lasciato da parte la polemica politica insistendo sul tasto delle elezioni anticipate, chiedendo alla Presidente di “dare il potere ai cittadini” su cui infra) e forse anche come riflesso del sentimento polarizzato con riguardo alla stessa dissoluzione della Cecoslovacchia, nell’opinione pubblica è infatti cresciuta la disaffezione nei confronti della Costituzione. Questa è stata peraltro nei suoi trent’anni di vita oggetto di ben venti modifiche ed altre centocinquanta proposte di modifica, rimaste tali, essendo indicata da alcuni come “shopping-list Constitution”.Si comprende come siano altri i temi che hanno monopolizzato il quadrimestre in esame, a partire dall’instabilità di governo favorita dal contesto sociale ed economico. Il Primo ministro ha avvertito il 5 settembre che la crisi incombente sarà ben più dura e dalle conseguenze più durevoli di quella dovuta alla pandemia.

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