In questa occasione relativa alla presentazione del bel volume di Sandro Guerrieri, per prima cosa, vorrei innanzitutto evidenziale quanto il libro ci permetta oggi, in un contesto come quello attuale, segnato da crisi globali e dal pericolo di un loro acutizzarsi, di guardare – anche sperando in un’ispirazione – a come, quasi settanta anni fa, le democrazie affrontavano le transizioni costituzionali e la rifondazione costituzionale dopo periodi di interruzione dei sistemi democratici, appellandosi ad un concetto alto dello Stato, attenti ad integrare assetti istituzionali, diritti, valori, di cui i partiti politici, nel bene e nel male, erano e/o dimostravano di essere gli unici interpreti e, dunque, depositari di una funzione in qualche modo “pedagogica”. Questo naturalmente non significa che non furono, essi stessi, anche all’origine di una incapacità di integrare le visioni di cui erano portatori con un’architettura istituzionale efficiente, come nel caso della Quarta repubblica – che non a caso porterà alla nascita della Quinta Repubblica – ma testimonia del ruolo egemone dei maggiori partiti dell’epoca che per entrambi i Paesi erano rappresentati con rapporti di forza diversi da democristiani, comunisti e socialisti.
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SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Il nodo del consolidamento della Tradizione repubblicana in Francia: un problema inesistente in Italia. – 3. La razionalizzazione della forma di governo e il problema dei partiti in Francia. – 4. Conclusioni.