Andrea Manzella, La “parlamentarizzazione” come filo progressivo della costituzione europea

Grande gratitudine a Fulco Lanchester che ha organizzato questo incontro; a Eugenio Gaudio che l’ha presieduto (rivelandoci della sua prima e unica discesa in piazza); ai colleghi che l’hanno così acutamente animato.
La ragione di questo libro, a cinque anni dal precedente sullo stesso tema, non è stato il semplice trascorrere della legislatura. Stefano Ceccanti l’ha colta benissimo: qui si parla di un parlamento “diverso”. È il parlamento del Next Generation Act e del debito comune, del programma SURE, degli acquisti collettivi di vaccini, della tenuta di fronte alla secessione Brexit e, soprattutto, di fronte all’aggressione bellica ad uno Stato confinante.
È il parlamento, dunque, di fatti concreti che hanno segnato una cesura, un prima e un dopo, nella storia della costruzione dell’Unione. Il punto di svolta è stato la capacità di disporre e di guidare politiche dal centro dell’Unione. L’assenso parlamentare, con procedure diverse, è stato l’elemento essenziale di questo accentramento (ed è vero che abbia molto contato la decisione del presidente Sassoli di tenere aperte le aule in tempo di pandemia: non a caso anche alla sua memoria è dedicato il nostro volume).
Ecco: questi fatti – e non solo un certo, scontato, nostro pregiudizio favorevole – ci hanno convinti ad una “narrazione” parlamentare in cui crediamo di vedere le potenzialità che si sono aperte per una integrazione «sempre più stretta». […]

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