Abstract[it]: Il contributo analizza lo spazio che le città sembrano destinate ad occupare in un tempo spesso descritto come di post-democrazia. Tale formula è stata coniata in senso critico, a indicare uno svuotamento della democrazia, ma può essere il segnale della emersione di una nuova dimensione del costituzionalismo, transnazionale. In questa trasformazione, con le sue ambivalenze, le città sembrano svolgere un ruolo di tipo costituzionale. Esse sono partecipi – e, in alcuni casi, una avanguardia – di questo cambiamento che le disancora da un riferimento esclusivo allo Stato; dall’altro, le città sono la sede privilegiata, l’epicentro, di un dinamismo democratico, di contrasto alla spoliticizzazione della post-democrazia.
Abstract[en]: The contribution explores the space that cities seem destined to occupy in times often described as “post-democracy”. This formula was coined in a critical sense, to indicate an emptying of democracy, but it may be the signal of the emergence of a transnational dimension of constitutionalism. In this transformation, with its ambivalences, cities seem to play a constitutional role. They partecipate – and, in some cases, as a vanguard – to this change, which unmoors them from an exclusive reference to the State; on the other, cities are the privileged location, the epicenter, of a democratic dynamism, in contrast to the post-democratic depoliticization.
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SOMMARIO: 1. Silenzio e disallineamento costituzionale rispetto alle città. – 2. La post-democrazia e il ruolo delle città. – 3. L’anima partecipativa del diritto alla città. – 4. Una conclusione necessariamente aperta.