Il 2010 è stato per la Polonia un anno carico di una fatale tragedia, che ha sottoposto ad una sorta di stress test, in verità ben superato, la tenuta delle istituzioni. Il 10 aprile, in un volo di Stato alla volta delle fosse di Katyn – luogo di martirio per migliaia di soldati e ufficiali polacchi, trucidati dall‟esercito sovietico nella seconda guerra mondiale – l‟aereo con a bordo il Presidente Kaczyński si schianta poco prima dell‟atterraggio, in pessime condizioni meteorologiche, per cause ancora non compiutamente accertate. Insieme al capo dello Stato trovano morte immediata la consorte e numerose altre personalità, per un totale di 96 persone. Il paese sprofonda nel lutto nazionale, nonostante la figura altamente „divisiva‟ dello scomparso Presidente, e la sua ridotta popolarità. Con il passare dei giorni, però, l‟unanimismo nel lutto cede il passo a nuove divisioni insieme al riemergere di antiche ferite. La decisione di dare sepoltura al Presidente e alla consorte nel Castello del colle Wawel di Cracovia, ove sono le spoglie di re, di eroi nazionali riconosciuti e di varie alte personalità, è oggetto di pacifiche ma determinate contestazioni. Ancora più controverse, e con il tempo sempre di più, diventano le circostanze in cui si stabilisce di chiarire ufficialmente le cause dell‟incidente. Un chiarimento che in forza del diritto internazionale convenzionale si decide di affidare in gran parte alle autorità del territorio in cui l‟incidente è avvenuto, la Russia, paese la cui adesione ai canoni di uno stato di diritto è dubbia e i cui rapporti con la Polonia sono storicamente difficili.
POLONIA: Jan Sawicki, La vittoria di Donald Tusk: un governo confermato per la prima volta in vent’anni. Cronache dalla Polonia, 2010-2011.
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