La Francia del nuovo presidente Hollande, la Francia che dice addio all’era Sarkozy e si dà una maggioranza solida di sostegno al Capo dello Stato per affrontare l’era della crisi globale, la Francia del nuovo governo Ayrault diviso tra le esigenze rigoriste e le promesse di una campagna elettorale da poco lasciata alle spalle, la Francia del Consiglio costituzionale che dicendo sostanzialmente no alla modifica della Costituzione per l’adesione al Fiscal Compact sembra far divenire meno stringente l’obbligo del deficit zero. Sono questi gli scenari che hanno fatto da sfondo negli ultimi quattro mesi all’alba dell’ “era Hollande”, il Presidente “normale”.
Mesi pieni di attese e di speranze quelli che hanno visto dapprima la vittoria della sfida elettorale per la presidenza della Repubblica del leader socialista, poi la formazione del Governo Ayrault e la vittoria del PS alle elezioni legislative con la ricomposizione del panorama partitico. Mesi che hanno consacrato sulla scena internazionale il nuovo presidente Hollande, il quale, immediatamente dopo le cerimonie di investitura alla presidenza della Repubblica, incontrando a Berlino il cancelliere tedesco Angela Merkel ha riaffermato l’importanza delle relazioni franco-tedesche nel delicato contesto della crisi dell’eurozona puntando però ad un ammorbidimento delle posizioni tedesche per la risoluzione delle crisi economica e finanziaria. Sono stati i mesi dei “cento giorni” del Presidente, quelli di una “luna di miele” atipica con un’opinione pubblica inquieta e sempre più incerta riguardo alle prospettive future, che ha dimostrato di apprezzare a metà le scelte del nuovo presidente in tema di crescita ed equità. Mesi che dunque restituiscono un bilancio in chiaroscuro.
FRANCIA: Paola Piciacchia, All’alba dell’era Hollande: la via francese alla crisi globale tra speranze e attese di un presidente “normale”.
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