Adolfo Russo, Recensione a P. ARMAROLI, Effetto Draghi. Le metamorfosi di una Repubblica, Lucca, La Vela, 2021, pp. 160

Pochi mesi dopo il suo Conte e Mattarella. Sul palcoscenico e dietro le quinte del Quirinale. Un racconto sulle istituzioni (Lucca, La Vela, 2020, pp. 243), Paolo Armaroli torna nelle librerie con un nuovo volume intitolato Effetto Draghi. Le metamorfosi di una Repubblica (Lucca, Edizioni La Vela, 2021, pp. 160). I due lavori, che non possono che essere letti in combinato disposto essendo il secondo conseguenza del primo, ripercorrono gli eventi politici e, attraverso questi, le vicissitudini costituzionali che hanno caratterizzato la XVIII legislatura dal suo inizio fino alla formazione del Governo Draghi. Tuttavia, che non siamo di fronte solo ad un giornalistico “racconto sulle istituzioni”, come modestamente l’Autore definisce il primo dei due volumi, lo si capisce sin dal principio grazie alla dedica, rispettivamente, a due “maestri indimenticabili” del diritto costituzionale e parlamentare quali Silvano Tosi e Mario Galizia (cui, non a caso, sono intitolati rispettivamente il Seminario del Centro studi e ricerche parlamentari di Firenze e il Master in Istituzioni parlamentari della Sapienza di Roma) e Giuseppe Maranini, “critico non dei partiti ma delle loro degenerazioni”. La si potrebbe definire una dilogia di diritto costituzionale applicato, caratterizzata da uno stile fluido, che sebbene assuma i tratti di un racconto e pertanto sia estremamente godibile, allo stesso tempo è densa di riflessioni di carattere costituzionalistico e di preziosi richiami e paragoni storici. Diritto costituzionale applicato dunque, ma applicato a cosa?

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