La discussione sulla fine dell’epoca moderna e sul fenomeno del postmoderno è espressione di un desiderio di comprensione della specificità della nostra epoca storica e della nostra autocomprensione, e sono parecchi decenni che discussioni di varia cultura fanno capo al tema generalissimo che prende nome dalla cosiddetta fine modernità.
Se già il prefisso «post» comporta delle differenze interpretative, il conflitto delle interpretazioni si acuisce in riferimento al secondo termine, la «modernità», e perciò diventa essenziale capire quale modernità è intenzionata dal postmoderno poiché di tale modernità la postmodernità vuole essere il superamento e l’avvento di una nuova condizione.
L’Autore del libro «Regulação estatal, autorregulação privada e códigos de conduta e boas práticas», il Prof. André Saddy, analizza appunto questo rapporto tra modernità e postmodernità – dove vi sono elementi sia di continuità sia di rottura e discontinuità –, e nella parte centrale della ricerca viene tratteggiata la posizione del sub-sistema della Pubblica Amministrazione. Egli stabilisce un parallelismo tra il rapporto modernitàpostmodernità e quello capitalismo-globalizzazione, osservando come il secondo termine di ogni rapporto non è in netta opposizione con il primo; cioè, non ne implica un rovesciamento, ma trova in esso le proprie origini.
Saddy cerca di introdurre i lettori nella comprensione di nuovi parametri di riferimento, rappresentati dall’evoluzione che spetta alla complessità sociale, ormai al limite del disordine; allo sviluppo tecnologico, da sempre refrattario ai controlli; al mercato divenuto più aggressivo e, per contro, meno governabile; il tutto nel contesto di una globalizzazione fattasi più pervasiva, avvolgente e tendenzialmente spersonalizzante. […]