Con un Comunicato diramato l’8 agosto 2019, l’Ufficio stampa del Quirinale ha reso noto che il Capo dello Stato ha promulgato la legge di conversione del decreto legge 14 giugno 2019, n. 53, recante “Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica” (il c.d. «decreto sicurezza bis»), e pubblicato il testo della lettera che lo stesso ha contestualmente inviato ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio dei Ministri con l’intento di segnalare alcuni profili problematici del provvedimento, tali da richiedere che Parlamento e Governo valutino «l’individuazione dei modi e dei tempi di un intervento normativo sulla disciplina in questione». Nella missiva, il Presidente della Repubblica, nel rilevare inter alia la sproporzione e l’irragionevolezza delle sanzioni amministrative previste in caso di violazione del divieto di ingresso di navi nelle acque territoriali, ha ritenuto opportuno ricordare che la limitazione o il divieto di ingresso debbano essere disposti «nel rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia», tra cui quelli discendenti dalla Convenzione di Montego Bay, che obbliga le navi a prestare soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo.
Questa forma pubblica di moral suasion presidenziale, riconducibile alla prassi delle promulgazioni motivate, appare nel solco della tendenza della Presidenza – riscontrabile soprattutto nei mandati più recenti – a valorizzare nell’esercizio delle proprie prerogative i vincoli derivanti dall’ordinamento eurounitario e dagli obblighi internazionali (artt. 10, 11 e 117, comma I, Cost.). Di tale trend offre un […]