In estrema sintesi, la decisione di cui ci occupiamo trova il suo oggetto nella legittimità del divieto – nei confronti dei detenuti sottoposti allo speciale regime di cui all’art. 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà, di seguito «ord. pen.») – di ricevere libri e riviste fuori dai canali predisposti dall’amministrazione penitenziaria; divieto, tra l’altro, esplicitamente disposto con una circolare1. La Corte costituzionale ha deciso per l’infondatezza della questione, mantenendo perciò in vigore tale preclusione. Questa scelta non ha mancato di suscitare, da parte della dottrina costituzionalistica e penalistica, alcune critiche, sia in riferimento al suo esito sia alla tecnica decisoria adottata2.
Nel prosieguo della trattazione, spiegheremo le ragioni, di ordine teorico e pratico, in forza delle quali dissentiamo da tali critiche e riteniamo, invece, condivisibile la sentenza in esame, nel suo profilo argomentativo e nel suo esito decisionale. Nostro obiettivo è quello di mostrare come dietro una decisione apparentemente semplice vi siano costruzioni teoriche particolarmente complesse che toccano la rappresentazione dogmatica dei diritti costituzionali e, di conseguenza, il modo nel quale essi possono essere compressi all’interno di una dinamica ordinamentale di tipo pluralistico. Per amor di chiarezza, specifichiamo che dopo aver introdotto la questione, ma prima di procedere all’analisi e al commento della motivazione, svolgeremo due premesse teoriche. Nella prima, descriveremo i postulati che, a parer nostro, rappresentano lo sfondo teorico nel quale inserire il ragionamento della Corte; nella seconda, cercheremo di mostrare come tali postulati si colleghino al caso in esame. […]
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Di seguito si riporta il sommario del saggio: 1. Una decisione discussa – 2. La questione di costituzionalità – 3. Prima premessa teorica. Diritto, compressione, garanzia: un rapporto non lineare – 4. Seconda premessa teorica. Il problema del «quomodo»: modi, contesti, valori – 5. Il diritto allo studio – 6. La libertà di comunicazione – 7. L’art. 3 CEDU: la dignità come nucleo essenziale dei diritti – 8. L’art. 8 CEDU: ancora tra sussunzione e ragionevole bilanciamento – 9. Riflettendo su alcune obiezioni