Antonio di Muro, Recensione a M. Panebianco (a cura di), Introduzione al Codex italiae diplomaticus. “Codice Lunig” di J. C. Lünig, Napoli, Editoriale Scientifica, 2016

L’Introduzione al Codex Italiae Diplomaticus. “Codice Lunig” rappresenta  l’unica raccolta di prassi diplomatica espressamente e specificamente dedicata al nostro Paese, che approfondisce e studia gli ordinamenti pre-unitari. Secondo lo stile dell’epoca esso si inserisce nel genere della codicistica, ricoprendo un intero orizzonte giuridico, che parte dall’Europa Carolingia (800 d.C.) fino all’Europa dei trattati di Utrecht e loro esecuzione (1713-1725).

L’opera, preceduta da un’ampia introduzione del Curatore, riproduce essenzialmente i soli indici dei vari atti uni-bi e multilaterali, con preferenza per i trattati collettivi fra gli Stati europei dell’epoca, ivi compresi quelli italiani. Tali indici rinviano al testo ufficiale di tali atti e trattati internazionali, riprodotti in esteso nei quattro volumi del Codice Lunig (Francoforte, Lipsia 1725-1735). L’indicizzazione rappresenta il vero e proprio contenuto della codificazione, intesa non come pura e semplice raccolta di atti, ma come serie progressiva di titoli e di atti internazionali per ciascuno Stato italiano pre-unitario (Ducati del Nord Italia, Repubbliche di Genova e di Venezia, Stato Pontifico dell’Italia Centrale, Regni Meridionali delle due Sicilie e di Sardegna).

La tesi prevalente fra i costituzionalisti italiani è quella di una discontinuità assoluta tra l’Italia del 1861 e l’Italia del 1948 (Stato unitario), rispetto ai molti secoli precedenti di ben diverso sistema istituzionale (modello degli Stati regionali italiani). Questa tesi prevalente non tiene in conto la continuità del sistema internazionale chiamato dal Curatore jus gentium europeo proprio degli Stati formatisi in un lungo percorso prima e dopo la cd. Pace di Westfalia. Tale continuità non significa ovviamente identità costituzionale, ma solo presenza di tanti elementi normativi vecchi e nuovi in un lungo processo di nascita-modifica e revisione-conservazione.

Nell’introduzione al volume si segnala come le fonti archivistiche del Codex siano provenienti prevalentemente dagli archivi dell’Italia Settentrionale dei Ducati di Milano e di Sabaudia, integrati da quelli della Sede Apostolica romana. Nel caso di dubbio si segnalavano le discordanze fra i testi dei trattati, messi a confronto con gli originali esistenti presso gli archivi germanici a disposizione del Lünig come Autore del codice. Si segnala altresì come nell’Europa del ‘700 il clima culturale italiano e tedesco era favorevole alla compilazione di codici internazionali a cura di soggetti professionali e specializzati. […]

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