A Firenze, in via Laura 48, a un passo da piazza San Marco, dove c’è il rettorato, dalla fine degli anni Cinquanta fino a quando furono trasferite con improvvida decisione nell’estrema periferia, a Novoli, dove un tempo i pastori pascolavano pecore e capre, avevano la loro sede le Facoltà di Scienze politiche e di Giurisprudenza. Al primo piano c’erano gli istituti delle due Facoltà. Al secondo piano, le aule della Facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri”, erede di quell’Istituto superiore di studi politici e sociali fondato da Carlo Alfieri e dedicato al padre Cesare. Al terzo e ultimo piano, nell’abbaino, come dicevano noi del piano di sotto, c’erano le aule della Facoltà di Giurisprudenza.
Ai vari piani si poteva accedere o con un ascensorino talmente piccolo nel quale a malapena entrava il professor Pompeo Biondi, grande e grosso come un armadio. O per mezzo di scale, ampie e molto belle. Ecco, fu su quelle scale che vidi per la prima volta il professor Mario Galizia. Non faceva su e giù per le scale. Al contrario, andava giù e su. Giù a Scienze politiche, Facoltà nella quale aveva insegnato a Pavia e nella quale insegnerà alla romana Sapienza. Di nuovo su, a Giurisprudenza.
Paolo Armaroli, Mario Galizia, giù e su per le scale di via Laura 48
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