Attilio Celant, Amintore Fanfani

Amintore Fanfani approdò all’Università di Roma nel 1955, ben dopo la conclusione dei lavori della Costituente, alle soglie del boom economico che avrebbe portato, di lì a qualche anno, il tessuto produttivo italiano fra le prime dieci potenze industriali del mondo. Poco o nulla c’è quindi da illustrare sulle relazioni dirette intercorse fra le due esperienze: non ce ne sono, per la semplice ragione che si sono svolte in due periodi non solo lontani fra di loro, ma anche strutturalmente diversi. Sia pure in modo temporalmente sfasato, Fanfani fu -però- sia uno dei cosiddetti Padri Costituenti sia uno dei componenti più autorevoli dell’Università di Roma: questa doppia appartenenza aveva, o ha avuto, una logica? Ha prodotto qualche conseguenza? Ha avuto un significato dal quale trarre qualche buona considerazione?

Qualsiasi possa essere la risposta a questi interrogativi, è fatale che l’oggetto di questo intervento al Convegno odierno non possa esaurirsi sul ruolo che ebbero i riferimenti paradigmatici di Fanfani nella formulazione definitiva degli articoli della Costituzione, argomento sul quale dichiaro immediatamente la mia assoluta e totale incompetenza, bensì il significato della esistenza di meccanismi sincretistici che hanno determinato l’interazione fra i Padri Costituenti e l’Università di Roma, tra Fanfani costituente e Fanfani ordinario di Storia Economica. Se ne deduce che di Università di Roma o, meglio, anche di Università di Roma si dovrà necessariamente parlare, in quanto le due attività non sono rimaste confinate in sfere isolate, autonome. Anzi, come Fulco Lanchester, negli incontri preparatori a questo Convegno, mi ha più volte sollecitato a considerare, l’arrivo di Fanfani all’Università di Roma suggella, quasi, il ruolo assunto da quest’ultima come il principale mediatore fra il mondo delle Istituzioni e della politica italiana e il consorzio civile, il mondo reale, rappresentato in questo caso dall’Università.
In quegli anni, unica in Italia, costituiva una sorta di università-relais fra mondi altrimenti separati, lontani e -tradizionalmente- ben poco comunicanti, interagenti, fra loro. La presenza, contemporanea o sfasata, di tanti Padri costituenti nei Consigli delle dieci Facoltà del tempo, ne rappresenta un efficace elemento di conferma: […]

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Questa voce è stata pubblicata in: Nomos, Saggi e contrassegnata con Amintore Fanfani, Attilio Celant, I costituenti de 'La Sapienza', Nomos 3/2017. Contrassegna il Permalink.