Una panoramica sui Balcani Occidentali fotografa nel quadrimestre in esame una realtà ancora incerta e frammentata che pericolosamente richiama, per certi aspetti, le immagini di un passato ormai non più troppo recente ma che tarda a cancellare i suoi effetti. Protagonista delle dinamiche istituzionali, politiche e sociali è ancora la comunità internazionale ed in particolare l’Unione Europea. La presenza paternalista degli attori esterni continua a condizionare la stabilità istituzionale dei Paesi dell’ex Jugoslavia e la capacità della classe politica di responsabilizzarsi. Il funzionamento democratico è continuamente soggetto a giudizi, assestamenti e correzioni che provenendo sempre dall’alto rischiano di ampliare quella già vasta zona grigia tra la comunità e le istituzioni. Inoltre, la posizione e l’incerto agire dell’Unione Europea e l’ingerenza degli Stati Uniti ricordano, più che in altri periodi, le dinamiche degli anni Novanta. Come in quella delicata fase, infatti, i vertici delle istituzioni europee e i leader degli Stati Membri ancora oggi faticano a trovare una linea e una politica comune. La teoria dell’integrazione difficilmente si concilia con le problematiche pratiche interne ed esterne dell’Unione e non tutti i Membri sono d’accordo nel dare la priorità alle nuove adesioni pur nella consapevolezza che un passo indietro costituirebbe un’imprudenza.
Si tratta essenzialmente del proseguimento decelerato dei negoziati con Serbia e Montenegro e della mancata apertura di quelli con Macedonia e Albania. Inoltre, anche lo sbarramento posto dalla Slovenia nei confronti dell’entrata della Croazia dell’area Schengen è ancora la proiezione di vecchi conflitti mai completamente risolti. Ma il vero allaccio con il passato proviene dalla decisione degli Stati Uniti di inviare come Rappresentante Speciale per i Balcani Occidentali il Vice-Segretario del Dipartimento di Stato per gli affari dell’Europa e dell’Eurasia Matthew Palmer. Il nuovo incaricato avrà la funzione di rafforzare l’intervento statunitense nel mantenimento della pace e della stabilità dell’area attraverso la partecipazione a meeting strategici e ad incontri con i vertici delle istituzioni dell’area, ma sostanzialmente ricoprirà il ruolo di supervisore direttamente da parte del Dipartimento di Stato degli USA. […]