Nei mesi iniziali del 2022, i primi passi dell’Esecutivo diretto da Petr Fiala sono stati oggetto di speciale attenzione per i rischi esistenti attorno alla tenuta di una coalizione di maggioranza fortemente eterogenea, seppur saldata dalla volontà di porre un argine alle forze populiste e in particolare al partito ANO di Andrej Babiš. Il “blocco democratico” di governo si trova infatti di fronte a sfide che riguardano sia le politiche di contrasto a una crisi ormai a più dimensioni – sanitaria, sociale, economica, militare, istituzionale – sia le strategie partitiche in vista delle prossime scadenze elettorali e della presidenza ceca del semestre europeo che inizierà il 1° luglio prossimo. Il modello di coalizione che ha dato vita al Governo dopo le elezioni dell’ottobre 2021 è infatti suscettibile di rappresentare un modello anche in altri Paesi, sebbene il risultato delle elezioni ungheresi abbia anche evidenziato i rischi derivanti da una debole coesione ideologica dell’opposizione, costruita solo in funzione di contrasto ai populismi. Anche se, va detto, quello ceco e quello ungherese rappresentano due contesti molto differenti.
La scadenza elettorale più importante è costituita dalle elezioni presidenziali, con il mandato di Zeman in scadenza nel marzo 2023 e il leader di ANO pronto alla candidatura. Prima di tale elezioni, nel mese di ottobre si terranno inoltre le elezioni per il Senato, che rappresenteranno anche l’occasione per testare i rapporti di forza in seno alla coalizione e permetteranno di definire la strategia per le elezioni presidenziali e in definitiva la tenuta, in chiave elettorale, della coalizione a cinque. Tutto ciò lascia però a Babiš, che già risulta il candidato favorito, la possibilità di giocare con largo anticipo. […]
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