Grazie di cuore Fulco per questa iniziativa. Sono sicura che anche Mario Galizia è contento di vedere riuniti in presenza o da remoto colleghi, allievi, e soprattutto amici delle varie Università che lo hanno visto come studente e come docente.
Voglio condividere con voi qualche riflessione sull’eredità preziosa che Galizia ha lasciato alla scienza giuridica e a noi tutti, prendendo in considerazione alcune sue opere.
Innanzitutto il Nostro ci ha invitato ad articolare le nostre indagini “in un discorso più generale su tutta la scienza giuridica”, avvertendo inoltre che «non può esistere uno studio sulla scienza giuridica se non nella prospettiva di tutta la ‘cultura’ del tempo». Di qui l’apertura ad una visione ampissima, multidimensionale del diritto.
I suoi percorsi culturali bene attestano la ricchezza e la profondità della sua formazione. E’ sufficiente ricordare che fu allievo di Piero Calamandrei e di Costantino Mortati.
In particolare- lo sappiamo – Galizia insiste più volte sulla importanza della storia per il diritto costituzionale proprio perché il lavoro della scienza è un lavoro continuamente progressivo e spiega che lo studio della sua evoluzione permette di scoprire la formazione, lo sviluppo dei singoli concetti, gli eventuali motivi ideologici che possono nascondersi dietro di essi. Ed avverte che «Il costituzionalista è condizionato dalla situazione storica in cui opera più di qualsiasi altro ricercatore nel campo delle scienze sociali».
Fernanda Bruno, Mario Galizia e la scienza giuridica: alcune riflessioni
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