Qualcuno l’avrà notato. Gli amici e colleghi che hanno promosso questo Convegno nel definire il titolo generale e i titoli delle singole comunicazioni, hanno sciolto, con scelta immagino consapevole e comunque significativa, una disputa terminologica quasi centenaria. Si deve dire la (facoltà o – oggi – Scuola) “Cesare Alfieri” oppure è meglio dire il “Cesare Alfieri” con riferimento all’Istituto fondato da Carlo Alfieri di Sostegno nel ricordo del padre 150 anni fa? La seconda scelta sarebbe piaciuta a Giovanni Spadolini il quale nel ricordare Giuseppe Maranini nel decennale della scomparsa e nel rievocare quella che chiamò “la battaglia per il ‘Cesare Alfieri’” si rifiutò, con enfasi, di «rende[re] femminile quella che non è una facoltà, che lo fu solo per un atto di arbitrio del fascismo, ma un istituto, che come tale nacque e si affermò» . Era stata questa anche la convinzione di Francesco Calasso, il grande studioso del diritto comune, leccese antifascista con cattedra nella facoltà di giurisprudenza dell’ateneo, nominato dal rettore Piero Calamandrei commissario straordinario della facoltà dal settembre 1944 alla fine del 1947, il quale molto si batté per assicurarne la continuità, puntando prima di tutto (su questo tornerò) sulla “individualità inconfondibile”, scrisse, dell’Istituto “Cesare Alfieri”.
Ora la sottolineatura di quella storica continuità, cioè della continuità degli studi di scienze politiche e sociali, ha a che fare direttamente, come cercherò di mostrare, in virtù delle conseguenti scelte metodologiche, con l’approccio agli studi giuridici lungo tutta la vicenda del “Cesare Alfieri” (d’ora in poi CA), in generale, e anche con l’introduzione e l’affermazione del diritto parlamentare come materia di insegnamento e di ricerca, oggetto di questo contributo.
Carlo Fusaro, La formazione del diritto parlamentare al ‘Cesare Alfieri’
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Anticipazioni n. 3-2024, Nomos e contrassegnata con Cesare Alfieri, Fusaro. Contrassegna il Permalink.