L’attività dei giudicanti, contrariamente a quanto si pensi, non può (né deve) essere una mera applicazione meccanica della legge. Tale rappresentazione – eredità dell’assolutismo politico che nel parificare i processi argomentativi alle rigide forme del sillogismo attraverso un processo di monopolio epistemologico in cui le premesse cognitive erano, ex ante, stabilite dal legislatore (cfr. M. Manzin, Il primato della legalità e ragionamento processuale. Il sillogismo giuridico nella prospettiva del Rule of Law, in Diritto & questioni pubbliche, 2, 2019, in part. pp. 159-160) – prova ad essere ribaltata dalla recente opera di Alessio Lo Giudice il quale, adottando una prospettiva giusfilosofica ed esistenzialistica, tenta di restituire, da una parte, umanità all’attività dei giudici e a sottolineare l’importanza del processo nella vita sociale, dall’altra parte. […]
Casimiro Coniglione, Recensione a A. Lo Giudice, Il dramma del giudizio, Milano-Udine, Mimesis, 2023, pp. 202.
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