L’indagine di Federico Fabbrini, contenuta nel volume in commento, prende le mosse dall’esigenza di comprendere a pieno le conseguenze prodotte dalla crisi economico-finanziaria, manifestatasi in Europa a partire dal 2008, in particolare in merito al funzionamento delle istituzioni politiche dei governi europei, ai processi decisionali, in particolare quelli di produzione normativa, guardando al ruolo che gli esecutivi delle principali democrazie europee hanno avuto in tale contesto ed analizzando le mutazioni che hanno riguardato i processi di governance economicofinanziaria nello spazio europeo e soprattutto in quello dell’area euro, nonché le riforme, di rilievo costituzionale, realizzate all’interno degli stati membri.
A premessa di questa breve recensione del volume “Economic Governance in Europe” si può mettere la sua riflessione conclusiva: si può oggi aspirare ad avere un’Unione “più” perfetta, in particolare un’Unione monetaria più perfetta? Non a caso Fabbrini chiude la propria analisi delle norme e delle istituzioni che guidano l’Unione economica e monetaria, con le parole di Mario Draghi alla Kennedy School of Government di Harvard, nell’ottobre 2013, con le quali l’attuale Presidente della Banca Centrale Europea esprimeva l’idea che fosse possibile, ed anzi auspicabile, un’Unione “more perfect”, intendendo quindi che l’Unione, in particolare nell’ambito monetario, fosse ancora perfettibile. […]
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