Ripensare all’influenza di Mario Galizia sull’attività universitaria e sulle nostre storie personali, obbliga anzitutto a ricordare cosa era l’insegnamento e lo studio del diritto costituzionale e pubblico a Firenze oltre cinquanta anni fa, quando abbiamo avuto la notizia della chiamata nella nostra Facoltà di Galizia, che già avevamo avuto la fortuna di conoscere, ma solo come un vecchio amico di Paolo Barile fin dai primi anni dopo la Liberazione.
Come è noto, il 1970 (quando Galizia viene “chiamato”) non era un anno del tutto tranquillo nelle Università italiane, che cominciavano ad essere coinvolte dai movimenti contestativi, ma che -al tempo stesso- risentivano dei primi tentativi di riforma o, meglio, dell’adeguamento alla loro trasformazione in “Università di massa”. Vari di noi erano impegnati nei diversi organi rappresentativi, con conseguenti molti dibattiti e qualche scontro.
Ciò mentre le strutture organizzative erano davvero deboli, se gli iscritti a giurisprudenza erano poche centinaia e se solo nel 1968 la cattedra di diritto costituzionale era stata dotata di un secondo posto di assistente ordinario, che si sommava a quello originario, fino ad allora occupato da Enzo Cheli (ora chiamato a Siena come professore ordinario, di modo che i due posti di assistente furono assegnati a Zaccaria ed al sottoscritto). […]
Ugo De Siervo, Mario Galizia a Firenze e dopo
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