Il 4 novembre scorso l’Italia ha pubblicato la sua posizione sul diritto internazionale e il cyberspazio. Il documento é stato realizzato in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Difesa. Così facendo il nostro Paese si colloca tra gli Stati che, dando seguito alle raccomandazioni espresse in tal senso dall’ONU, ha espresso la sua visione sul tema. Nel suddetto documento l’Italia intende presentare la sua opinione su molteplici aspetti riguardanti l’applicazione del diritto internazionale nel cyberspazio. Il Paper esordisce facendo proprie le conclusioni raggiunte dal Gruppo di esperti governativi delle Nazioni Unite (GGE) e dal Gruppo di lavoro aperto (OEWG) sulla sicurezza informatica, secondo cui ”il diritto internazionale e in particolare la Carta delle Nazioni Unite nella sua interezza, è applicabile ed è essenziale per mantenere la pace e la stabilità e promuovere un ambiente ICT aperto, sicuro, stabile, accessibile e pacifico”. Il documento evidenzia poi come le nozioni di pace e di sicurezza internazionale trascendano la mera dimensione militare, con la conseguenza che le norme di diritto internazionale applicabili nel cyberspazio non sono soltanto quelle relative al divieto dell’uso della forza nelle relazioni internazionali. Quanto poi al diritto internazionale umanitario (DIU), ovvero lo jus in bello, l’Italia lo considera restrittivo in quanto mira a limitare la condotta dei belligeranti che colpiscono civili e obiettivi civili in un conflitto armato. Pertanto, il riconoscimento della sua applicabilità al cyberspazio non equivale a incoraggiare o consentire l’uso della forza come strumento di aggressione e/o come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali.
Con riguardo alla tutela della sovranità, l’Italia attribuisce un’importanza fondamentale al principio di sovranità nel cyberspazio e ritiene che nel mondo digitale si applichino sia gli aspetti interni che gli aspetti esterni della sovranità.