L’ultimo quadrimestre in Russia è iniziato con l’evento più atteso del 2021. Tra il 17 e il 19 settembre si sono tenute le elezioni alla Duma di Stato, oltre alle numerose consultazioni elettorali svoltesi a livello regionale e locale. Per la prima volta nelle elezioni parlamentari russe le operazioni di voto sono durate tre giorni, per garantire, durante la pandemia, una maggiore sicurezza ai cittadini. Grazie a questa novità, nonostante un diffuso disinteresse verso le elezioni dei deputati fra gli elettori russi, l’affluenza alle urne ha superato quella delle elezioni precedenti, attestandosi su un livello piuttosto soddisfacente per le autorità, pari al 51,72 %.
Per quanto riguarda i risultati delle elezioni, anche questa tornata si è conclusa senza sorprese. Il partito “Russia Unita” ha confermato la leadership: la sua lista ha ricevuto il 49,82% dei consensi superando di gran lunga i suoi principali avversari. In totale, il partito al potere ha ricevuto 324 dei 450 seggi nel Parlamento, la maggior parte dei quali (198) sono stati ottenuti nei collegi uninominali.
Il partito comunista, che era in testa dopo i primi conteggi conclusi nelle regioni dell’Estremo Oriente e in Siberia, secondo i dati definitivi ha ottenuto il 18,93% dei voti, un risultato comunque migliore rispetto al 2016. La lista del partito si è qualificata al primo posto nelle quattro regioni: Repubbliche dei Mari e Sacha-Jacuzia, circondario autonomo dei Nenec e territorio di Khabarovsk, con il livello dei consensi che oscilla tra 26 e il 36%.
Gli altri due Partiti dell’opposizione sistemica, LDPR e “Russia Giusta”, hanno ottenuto risultati più o meno simili, con rispettivamente il 7,55% e il 7,46% dei voti nella competizione fra le liste. La più grande novità di queste elezioni è rappresentata dal partito “Nuova Gente”, la cui lista ha ricevuto il 5,32% dei voti (corrispondente a 13 seggi nel Parlamento).
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