Il sopravanzare della crisi e l’esplosione di tensioni politiche hanno impresso una accentuazione particolarmente critica ai primi mesi della X legislatura (2011-). La stabilità finanziaria e le riforme strutturali hanno continuato a rappresentare le priorità del Governo di Mariano Rajoy, nell’ambito del nuovo e più complesso assetto della governance economica dell’Unione europea delineato nel c.d. Fiscal Compact. Gli impegni assunti a livello europeo hanno imposto l’utilizzo di nuovi strumenti e riforme che hanno avuto un impatto decisivo sull’andamento dell’economia del Paese e delle singole Comunità autonome. In particolare, il Governo Rajoy, dinanzi alle insistenti pressioni dei mercati internazionali, ha deciso di richiedere un aiuto finanziario all’Unione europea per operare internamente la ricapitalizzazione degli istituti di credito, in cambio del quale ha dovuto approvare una riforma finanziaria di ampia portata con cui ha avviato un processo di riordino e rinnovamento complessivo del settore bancario nazionale. Inoltre, proseguendo la strada della stabilità finanziaria, si è fatto promotore di politiche molto austere e rigorose per garantire la riduzione del deficit pubblico e migliorare la flessibilità e la competitività dell’economia nazionale sotto il controllo sempre più stretto delle istituzioni europee. La manovra legislativa portata avanti dal Premier in questi mesi si è conclusa, di recente, con la presentazione del nuovo disegno di legge di bilancio per il 2013, in cui sono state previste nuove misure anti-crisi, fondate su ulteriori tagli alla spesa pubblica, nuove imposte e un piano di riforme strutturali, che hanno suscitato un profondo scontento sociale e dato vita a un’ampia contestazione nella capitale spagnola.
SPAGNA, Laura Frosina, La Spagna tra tensioni economiche e spinte indipendentiste.
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