Gli anni Quaranta sono anni particolarmente ricchi di avvenimenti che segnano la storia, ma sono anche anni interessanti per la Filosofia italiana e per la Filosofia politica e giuridica, che riflette su quegli avvenimenti, quindi per la politica e per il Diritto.
Sono anni che sollevano problemi antichi, che richiedono però riflessioni nuove, ed è per questo che la filosofia di quegli anni è chiamata a riflettere da prospettive nuove su problemi a cui la realtà storico-politica ha dato una svolta epocale: problemi antichi dell’uomo e del suo rapporto con la società e le istituzioni. Sul piano politico è l’eterno problema del rapporto individuo-Stato, che nella pubblicistica si presenta come contrapposizione tra indirizzo storico-politico e indirizzo giuspositivistico e che sul piano filosofico trova riscontro nell’altrettanto eterno e insolubile problema del rapporto particolare-universale, pluralismo-monismo. Se vogliamo andare ancora più in profondità si tratta dell’eterno problema del rapporto tra potere e libertà, problema non risolubile che vede una eterna dialettica tra i poli e poche stagioni di equilibrio