C’ è un’idea, un filo conduttore, che tiene unita l’intera opera giuridica di Costantino Mortati, dalla fase fondativa e più intensamente creativa, collocabile negli anni Trenta, fino al primo periodo repubblicano, preso in considerazione in questo Convegno. Si tratta di un’ idea che è in realtà una consapevolezza, di ordine propriamente storico. La si scopre, all’interno della complessa tessitura del discorso di Mortati, attraverso il significato che lo stesso Mortati attribuisce alla nozione di “Stato moderno”, da lui costantemente adoperata. Tanto per citare due luoghi, e due occasioni, sostanzialmente assai lontani, si può ricordare a questo proposito la monografia su L’ordinamento del governo del 1931, entro cui ricorre con particolare frequenza il concetto di “Stato moderno” e dall’altra parte l’impegno divulgativo del 1959 dedicato a La persona,lo Stato e le comunità intermedie, dominato dallo scenario storico da Mortati individuato nel senso della “Crisi dello Stato moderno”, da cui si può uscire solo sviluppando la prospettiva di uno Stato di “tipo nuovo”, aprendo cioè decisamente una fase nuova nella plurisecolare vicenda dello Stato moderno.