Enrico Campelli, Recensione a M. Knapp – A. Flach – E. Ayboga, Revolution in Rojava. Democratic Autonomy and Women’s Liberation in the Middle East, London, PlutoPress, 2016, pp. 272.

Negli ultimi anni, filosofie del pensiero debole vattimiane e approcci postmoderni, hanno abituato una enorme fetta di pensatori e giuristi a ritenere che i movimenti rivoluzionari non siano più adatti nella cornice politica e giuridica del ventunesimo secolo. Ad oggi però, oscurata dagli orrori del Daesh e della guerra civile, una vera e propria rivoluzione sociale e giuridica è attualmente in atto nel nord della Siria: in Rojava infatti, zona a fortissima maggioranza curda, un progetto di self-governance popolare si è dal 2014 delineato fino a divenire modello esportabile.

Il volume Revolution in Rojava. Democratic autonomy and women’s liberation in the Middle East di Michael Knapp, Anja Flach e Ercan Ayboga mette in discussione, fino a smentire, l’assunto postmoderno sui moti rivoluzionari, e riporta in modo critico le sfumature del modello proposto, unico non solo nel contesto mediorientale, ma in tutto il mondo contemporaneo. Nel raccontare la storia della Rojava, il volume preso in analisi comincia con il tracciare l’oppressione storica subita dal popolo curdo per mano del regime Baathista siriano fino alla “Primavera Araba” del 2011. All’indomani della sconfitta della rivolta siriana nel marzo dello stesso anno, le comunità curde espulsero le forze del regime in una serie di colpi di Stato privi di sangue, ed estesero il loro controllo su tre aree denominate “cantoni”, che attualmente formano la Rojava: Efrin nel nord-ovest, Kobane nel nord e Jazira nel nordest.[…]

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