Come ampiamente previsto in questa rubrica, il quadrimestre analizzato, quello relativo a gennaio-aprile 2023, immediatamente successivo alle elezioni di novembre 2022, sembra aver aperto una nuova fase nel non pacificato contesto dell’ordinamento israeliano.
La nuova maggioranza parlamentare, trainata da partiti di destra radicale e dai partiti ultraortodossi, ha inaugurato il suo mandato, nel pieno rispetto di quanto promesso in campagna elettorale, con una aggressiva proposta di riforma giudiziaria che ha gettato nello scompiglio l’ordinamento e innalzato il livello dello scontro politico a livelli mai visti prima d’ora.
Il 27 marzo, dopo un braccio di ferro durato oltre dodici settimane consecutive tra il nuovo Governo israeliano e il variegato fronte dei manifestanti, il Primo ministro Netanyahu ha annunciato in diretta tv il rinvio della riforma giudiziaria, nell’intenzione – almeno formale – di trovare un accordo con il variegato ed eterogeneo fronte dell’opposizione e un maggiore consenso nel Paese prima della sua adozione. Il congelamento della riforma, ad una più attenta analisi, potrebbe anche servire, nel fronte interno alla maggioranza, per smussare alcuni aspetti della stessa riforma che vengono considerati eccessivamente divisivi anche dalla stessa coalizione. La decisione di congelare la riforma, su cui il Governo di Netanyahu ha puntato moltissimo, è arrivata la sera del 26 marzo […]
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SOMMARIO: INTRODUZIONE. – SEZIONI: 1. Partiti ed elezioni. – 1.1. Shas. – 1.2. Meretz e Avodà. – 1.3. National Unity e i sondaggi. – 2. Knesset. – 2.1. Recusal Law. – 2.2. Norwegian Law. – 3. Governo. – 3.1. Le ipotesi di riforma giudiziaria. – 3.2. Judicial Appointment Committee. – 3.3. Judicial Review. –3.4. Clausola di superamento. – 3.5. Criterio di ragionevolezza e legal ministerial advisors – 4. Capo dello Stato. – 4.1. Il monito del Presidente. – 4.2. La proposta di Herzog. – 5. Corti. – 5.1. La sentenza della Corte Suprema sulla nomina di Deri.