Enzo Cheli, Gli organi costituzionali di controllo nella storia costituzionale repubblicana

Penso che sia stata una scelta molto felice ed appropriata questa che ha indotto la Corte costituzionale, insieme con l’Università di Roma e con la Fondazione “Mario Galizia”, a ricordare, a venti anni dalla sua scomparsa, la figura di Giustino D’Orazio. Una figura molto significativa di giurista, che è giusto richiamare alla memoria specialmente delle generazioni più giovani di studiosi del diritto.

Ho avuto la fortuna di frequentare Giustino D’Orazio tanti anni fa proprio nelle stanze di questo Palazzo della Consulta, quando D’Orazio si trovava impegnato nella stesura della sua monografia dedicata alla nascita della Corte costituzionale. Monografia pubblicata nelle edizioni di comunità nel 1981, che ebbi modo di leggere in manoscritto per scriverne la presentazione. In quella occasione la conoscenza diretta mi offrì la possibilità di cogliere lo spessore della persona, il suo metodo di ricercatore rigoroso, la sua sensibilità verso la dimensione storica degli istituti costituzionali, la gentilezza del suo tratto umano.
Con la monografia che ora ho ricordato D’Orazio apriva un nuovo percorso di ricerca, che avrebbe avuto in seguito sviluppi notevoli dedicato alla storia del nostro impianto di giustizia costituzionale come uno dei capitoli centrali della nostra storia repubblicana. Questo impianto era stato tracciato, infatti, dalla Costituente come prodotto di una cultura politica che era riuscita efficacemente a mediare e a fondere l’esperienza della cultura giuridica continentale con l’esperienza della cultura anglosassone e nordamericana. […]

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