Il Manuale di Thomas Casadei e Gianfrancesco Zanetti si propone, anzitutto, come un ragionamento sulle condizioni di possibilità dell’insegnamento della filosofia del diritto. Non si tratta di un trattato per “iniziati”, ma di una lettura aperta, volta a stimolare la riflessione, l’analisi e la curiosità sia verso i classici, sia nei confronti di «mondi o narrazioni poco conosciuti o, ancora, conosciuti secondo schemi di analisi tramandati in modo semplicistico o, peggio ancora, fuorviante» (p. X). Non è, quindi, un Manuale di filosofia del diritto in senso stretto, né un trattato di storia della filosofia del diritto, ma corrisponde soprattutto all’elaborazione di un dialogo multilivello, come affermano gli Autori nell’Introduzione, sulle dimensioni del diritto, sui suoi presupposti, sulle sue implicazioni. Un dialogo partito a metà degli anni Novanta nelle Aule della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, e proseguito presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia, anche all’interno del “Seminario permanente di Teoria del diritto e Filosofia pratica” (che già dalla denominazione permette di coglierne l’approccio multiforme e composito); dialogo tra docenti e discenti, ma anche più direttamente tra i due Autori che hanno definito i temi da includere nel Manuale; dialogo tra le varie discipline che compongono, in necessaria connessione, l’ambito della filosofia pratica, all’interno del quale il libro idealmente si colloca, ma insieme anche un dialogo tra tradizioni, culture e storie, che vengono proposte e riproposte nelle pagine davvero dense del testo, in cui diritto filosofia e storia, a loro volta, discorrono incessantemente alla ricerca dei rapporti tra potere, società e soggetti; un dialogo, infine, con la filosofia del diritto stessa, con i suoi protagonisti “classici” e con quelli attuali.
Il senso e la direzione del Manuale si trovano proprio nell’Introduzione: in quella sede gli Autori offrono almeno due indicazioni davvero fondamentali per comprendere l’approccio del volume: anzitutto si legge che l’ambito nel quale si colloca il libro è proprio quello della “filosofia pratica”, «ossia di quel particolare indirizzo che tende a individuare e a tenere ben fermi legami e connessioni tra diritto, politica, morale» (p. VII). […]