In tema di diritto nel cyberspazio il quadrimestre qui in rassegna si segnala anzitutto per due proposte legislative, presentate dalla Commissione europea il 15 dicembre scorso, per dare attuazione alla Strategia Digitale Europea: il Digital Services Act e il Digital Single Market Act. Mediante tali iniziative la Commissione si propone di stabilire un apparato normativo unico in tutta la UE che renda il digitale uno spazio più aperto e sicuro nel rispetto dei valori e dei principi fondamentali dell’Unione. In particolare le due proposte mirano, da un lato, ad aumentare l’innovazione e la competività europea e, dall’altro, a rendere la Rete più equa e aperta e porre un argine allo strapotere di quei pochi colossi privati che la dominano (le c.d. Big Tech); tutto ciò mediante una protezione effettiva dei diritti degli utenti nonché delle imprese e piattaforme digitali di piccole e medie dimensioni. Così facendo si colma una vistosa lacuna del sistema giuridico europeo, il cui quadro normativo in tema di servizi e mercati digitali è tuttora dettato da un atto, la direttiva 2000/31/CE sul commercio elettronico, oramai del tutto inadeguato, malgrado i numerosi interventi chiarificatori della Corte di Giustizia in sede interpretativa, a regolare un settore che si è sviluppato e modificato in modo dirompente nell’ultimo ventennio.
Non si tratta invero del primo tentativo in Europa di regolamentare il digitale e responsabilizzare le grandi piattaforme digitali, i cosidetti gatekeepers del Web. Già da diversi anni la Commissione chiede ai giganti della Rete di conformarsi ad un codice di condotta e pubblicare resoconti periodici sulla loro azione di moderazione di contenuti illegali e di incitazione all’odio. […]