L’occidente in generale, e l’Unione Europea in particolare, vivono una stagione di attacchi crescenti ai valori e alle prassi delle democrazie costituzionali, vale a dire le cosiddette “democrazie del limite”, ordinamenti nei quali ai detentori pro
tempore del potere politico, a prescindere dal consenso elettorale di cui godono, è vietato oltrepassare certi limiti ben definiti sanciti nella Costituzione.
Da Bolsonaro in Brasile a Trump negli Stati Uniti, dall’Ungheria alla Polonia, fino a Netanyahu in Israele, abbiamo visto emergere – e talvolta, fortunatamente, soccombere – leader spregiudicati e aggressivi inclini a intendere la vittoria elettorale come il diritto di esercitare un potere sciolto da qualsiasi vincolo di rispetto delle minoranze e di diritti fondamentali inviolabili, e perennemente animati dalla volontà, quasi mai celata, di travolgere ogni contropotere, a cominciare dagli organi di controllo e di garanzia. […]
Francesca Caleca, Recensione a C. Bologna, Costituzione e partiti antisistema, Napoli, Editoriale Scientifica, 2023, pp. 194
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