L’estate 2011 potrebbe essere considerata da un punto di vista politico e giuridico “l’estate delle donne”: nel giro di quindici giorni sono state ben tre le sentenze di diversi Tribunali Amministrativi Regionali, nonché del Consiglio di Stato che hanno annullato le composizioni delle giunte là dove non si fosse ampiamente rispettato il principio delle pari opportunità tra uomini e donne nella distribuzione degli incarichi assessorili.
A dare il la nel valzer delle sentenze estive sulle cosiddette “quote rosa” è stato il Tar del Lazio che lo scorso 15 luglio con la sentenza 6673/2011 ha annullato la composizione della giunta di Roma Capitale guidata dal sindaco Gianni Alemanno in cui tra i dodici assessori compariva una sola donna. Una sentenza analoga si è avuta pochi giorni dopo il 29 luglio quando il Consiglio di Stato con la sentenza 4502/2011 ha confermato quanto stabilito in primo grado dal Tar della Campania con la sentenza 1985/2011, annullando l’attuale composizione della Giunta regionale del Presidente Stefano Caldoro dove anche in questo caso compariva una sola componente di sesso femminile. L’ultima in ordine di tempo è stata la sentenza 864/2011 emessa lo scorso 2 agosto dal Tribunale Amministrativo della Sardegna che ha annullato la composizione della Giunta Regionale guidata da Ugo Cappellacci dove in questo caso vi era una totale composizione maschile.
Sulla questione del rispetto del principio di pari opportunità nella composizione degli organi collegiali degli enti locali da alcuni anni si sta delineando una giurisprudenza consolidata che tende a garantire il rispetto della presenza di entrambi i generi quale principio costituzionale, così come risultante dalla formulazione vigente dell’articolo 51 e in base alle disposizioni normative e statutarie dei singoli enti.
Francesca Ragno, Pari opportunità: il caso della Giunta di Roma Capitale. Commento alla Sentenza del Tar Lazio 6673/2011
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