Poche pagine sì, ma intense ed energiche, si incaricano di far da coscienza al diritto pubblico; di raccogliere e disciogliere i nodi del discorso giuspubblicistico occidentale, proponendo con lucidità una prospettiva differente, alternativa, per leggere lo spazio pubblico e i fenomeni che sembrano oggi imporgli una sistematica disgregazione. Ecco, è proprio in questa tendenza “diabolica”, cioè nella scomposizione dello spazio di convivenza pubblica, che Ciro Sbailò, nel suo libro “Sul sentiero della notte. La πόλις. Introduzione alle imminenti sfide del diritto pubblico”, rintraccia l’elemento critico del discorso, o forse meglio una sua chiara manifestazione. Secondo il nostro Autore, sussiste un “legame originario” tra spazio pubblico e ἐπιστήμη; quell’idea che postula la possibilità di «modellare lo spazio pubblico in base ad un progetto che lo trascende»1. Questa dinamica non può che manifestarsi nel tempo, nel fatto cioè che si possa distinguere tra lo stato attuale delle cose e il loro stato futuro. Lo spazio dei rapporti pubblici, dunque, non sfugge alla logica progettuale del divenire e sembra avviato anch’esso sul “sentiero della notte”, di cui parla Emanuele Severino.
Scarica il testo in formato PDF
SOMMARIO: 1. Una nuova coscienza per il diritto pubblico. Essere Parmenide o essere Zenone? – 2. Resistere o assecondare: opzioni interne al nichilismo. Il fattore comunitario. – 3. La dimensione “costituzionale” del diritto. Ritornare alla terra, alla maniera di Anteo.